Alessandro nell’Indie, Roma, Zempel e de Mey, 1730

 SCENA IX
 
 CLEOFIDE, PORO e TIMAGENE con guardie
 
 TIMAGENE
 Macedoni, alla reggia
1010Cleofide si scorga; e intanto Asbite
 meco rimanga.
 CLEOFIDE
                               (In libertà potessi
 senza scoprirlo almen dargli un addio).
 PORO
 (Potessi all'idol mio
 libero favellar).
 CLEOFIDE
                               De' casi miei
1015Timagene hai pietà?
 TIMAGENE
                                         Più che non credi.
 CLEOFIDE
 Ah se Poro mai vedi,
 digli dunque per me che non si scordi
 alle sventure in faccia
 la costanza d'un re ma soffra e taccia.
 
1020   Digli che io son fedele,
 digli ch'è il mio tesoro,
 che m'ami, ch'io l'adoro,
 che non disperi ancor.
 
    Digli che la mia stella
1025spero placar col pianto,
 che lo consoli intanto
 l'immagine di quella
 che vive nel suo cor. (Parte con le guardie)