Alessandro nell’Indie, Roma, Zempel e de Mey, 1730

 SCENA XII
 
  Tempio magnifico dedicato a Bacco con rogo nel mezzo che poi si accende.
 
 ALESSANDRO e CLEOFIDE preceduti dal coro de’ baccanti che escono danzando. Guardie, popolo e ministri del tempio con faci. Indi PORO in disparte
 
 CORO
 
1640   Dagli astri discendi
 o nume giocondo,
 ristoro del mondo,
 compagno d'amor.
 
    D'un popolo intendi
1645le supplici note,
 acceso le gote
 di sacro rossor.
 
 CLEOFIDE
 Nell'odorata pira
 si destino le fiamme. (Li ministri con due faci accendono il rogo)
 ALESSANDRO
                                          È dolce sorte
1650d'un'alma grande accompagnare insieme
 e la gloria e l'amor.
 PORO
                                      (Reggete il colpo
 vindici dei).
 ALESSANDRO
                          Si uniscano o regina
 ormai le destre e delle destre il nodo
 unisca i nostri cori. (Accostandosele in atto di darle la mano)
 CLEOFIDE
1655Ferma. È tempo di morte e non d'amori.
 ALESSANDRO
 Come!
 PORO
                (Che ascolto!)
 CLEOFIDE
                                            Io fui
 consorte a Poro; ei più non vive. Io deggio
 su quel rogo morir. Se t'ingannai,
 perdonami Alessandro; il sacro rito
1660non sperai di compir senza ingannarti.
 Temei la tua pietà. Questo è il momento
 in cui si adempia il sacrificio appieno. (In atto di andare verso il rogo)
 ALESSANDRO
 Ah nol deggio soffrir. (Volendo arrestarla)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno. (Impugnando uno stile)
 PORO
 (O inganno! O fedeltà!) (Torna a celarsi)
 ALESSANDRO
                                               Non esser tanto
1665di te stessa nemica.
 CLEOFIDE
 Il nome d'impudica
 vivendo acquisterei. Passa alle fiamme
 dalle vedove piume
 ogni sposa fra noi. Questo è il costume
1670de' nostri regni; ed ogni età lontana
 questa legge osservò.
 ALESSANDRO
                                         Legge inumana
 che bisogno ha di freno,
 che distrugger saprò. (Volendo arrestarla come sopra)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno.
 ALESSANDRO
 Stelle, che far degg'io!
 CLEOFIDE
 
1675   Ombra dell'idol mio
 accogli i miei sospiri,
 se giri intorno a me.