L’Alessandro nell’Indie, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA XV
 
 PORO e detti
 
 PORO
 (Eccola. O gelosia!) (Da sé vedendo Cleofide)
 CLEOFIDE
                                       (Poro!)
 PORO
                                                       Perdona
640Cleofide s'io vengo
 importuno così. La tua dimora
 più breve io figurai; ma d'Alessandro
 piacevole è il soggiorno e di te degno.
 CLEOFIDE
 (Già di nuovo è geloso! Ardo di sdegno).
 ALESSANDRO
645Parla Asbite, che chiede
 Poro da me?
 PORO
                          Le offerte tue ricusa
 né vinto ancor si chiama.
 ALESSANDRO
                                                E ben, di nuovo
 tenti la sorte sua.
 CLEOFIDE
                                  Signor sospendi
 la tua credenza. Asbite
650forse non ben comprese
 di Poro i detti.
 PORO
                              Anzi son questi.
 CLEOFIDE
                                                             Eh taci.
 (Egli si perde). Alla mia reggia il passo (Ad Alessandro)
 volgi qual più ti piace
 amico o vincitor. Più dell'Idaspe
655non ti contendo il varco. Ivi di Poro
 meglio i sensi saprai.
 PORO
                                          (Che pena!) A lei
 non fidarti Alessandro. È quella infida
 avvezza ad ingannar. Grato a' tuoi doni
 io ti deggio avvertir.
 CLEOFIDE
                                        (Che soffro!)
 ALESSANDRO
                                                                  Asbite
660sei troppo audace.
 PORO
                                    Io n'ho ragion; conosco
 Cleofide e il mio re. Da lei tradito
 fu il misero in amor.
 CLEOFIDE
                                         (D'ingelosirsi
 abbia ragion per suo castigo). Ascolta.
 Forse amante di Poro (A Poro)
665Cleofide saria; ma tante volte
 lo ritrovò spergiuro
 che giunge ad abborrirlo. Or non è tempo
 di finger più. Per Alessandro solo
 intesi amor, da che lo vidi. Io scopro
670sol per colpa d'Asbite (Ad Alessandro)
 un affetto, signor, con tanta pena
 finor taciuto.
 PORO
                           (O infedeltà!)
 ALESSANDRO
                                                       (Che ascolto!)
 CLEOFIDE
 Ah se il ciel mi destina
 l'acquisto del tuo cor...
 ALESSANDRO
                                           Basta o regina. (S’alza)
675Godi pur la tua pace, i regni tuoi.
 Chiedimi qual mi vuoi
 amico e difensore,
 tutto otterrai, non domandarmi il core.
 Questo d'allorch'io nacqui
680alla gloria donai. Lodo ed ammiro
 ma però non adoro il tuo sembiante.
 Son guerrier su l'Idaspe e non amante.
 
    Se amore a questo petto
 non fosse ignoto affetto,
685per te m'accenderei,
 lo proverei per te.
 
    Ma se quest'alma avvezza
 non è a sì dolce ardore,
 colpa di tua bellezza,
690colpa non è d'amore,
 e colpa mia non è. (Parte)