L’Alessandro nell’Indie, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA IV
 
 CLEOFIDE ed ERISSENA
 
 ERISSENA
1365Cleofide sì presto io non sperai
 le lagrime sul ciglio
 vederti inaridir ma n'hai ragione.
 Allor che acquisti tanto,
 non è per te più necessario il pianto.
 CLEOFIDE
1370Il consolarsi alfine
 è virtù necessaria alle reine.
 ERISSENA
 Quando costa sì poco
 l'uso della virtude, a chi non piace?
 CLEOFIDE
 Forse il tuo cor non ne saria capace.
 ERISSENA
1375Incapace lo credi e pur distingue
 la debolezza tua.
 CLEOFIDE
                                 Vorrei vederti
 più cauta in giudicare. Il tempo, il luogo
 cangia aspetto alle cose. Un'opra istessa
 è delitto, è virtù, se vario è il punto
1380donde si mira. Il più sicuro è sempre
 il giudice più tardo
 e s'inganna chi crede al primo sguardo.
 
    Se troppo crede al ciglio
 colui che va per l'onde,
1385invece del naviglio
 vede partir le sponde,
 giura che fugge il lido
 e pur così non è.
 
    Se troppo al ciglio crede
1390fanciullo al fonte appresso,
 scherza con l'ombra e vede
 moltiplicar sé stesso;
 e semplice deride
 l'immagine di sé. (Parte)