Alessandro, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA VI
 
  Recinto di palme e cipressi con picciolo tempio nel mezzo, dedicato a Bacco nella reggia di Cleofide.
 
 CLEOFIDE con seguito, indi PORO
 
 CLEOFIDE
240Perfidi! Qual riparo, (Alle comparse)
 qual rimedio adoprar? Mancando ogn'altro
 dovevate morir. Tornate in campo,
 ricercate di Poro. Il vostro sangue,
 se tardo è alla difesa,
245se vile è alla vendetta,
 spargetelo dal seno
 alla grand'ombra in sacrificio almeno. (Partono le comparse)
 Oh dei, mi fa spavento
 più di Poro il coraggio,
250l'anima intollerante e le gelose
 furie, che in sen sì facilmente aduna,
 che il valor d'Alessandro e la fortuna.
 PORO
 (Ecco l'infida). Io vengo,
 regina, a te di fortunati eventi
255felice apportator.
 CLEOFIDE
                                  Numi! Respiro.
 Che rechi mai?
 PORO
                               Per Alessandro alfine
 si dichiarò la sorte. A me non resta
 che una vana costanza,
 che un inutile ardir.
 CLEOFIDE
                                        Son queste, oh dio,
260le felici novelle!
 PORO
                                Io non saprei
 per te più liete immaginarne. Il solo
 inciampo al vincitor con me si toglie;
 onde potrai fra poco
 in lui destar gl'intepiditi ardori,
265e far che ossequioso
 del domato Oriente
 venga a deporti al piè tutti i trofei.
 CLEOFIDE
 Ah non dirmi così, che ingiusto sei.
 PORO
 Ingiusto! È forse ignoto
270che quando in su l'Idaspe
 spiegò primier le pellegrine insegne,
 adorasti Alessandro? E che di lui
 seppe la tua beltà farsi tiranna?
 Forse l'India nol sa?
 CLEOFIDE
                                        L'India s'inganna.
275Io non l'amai; ma dall'altrui ruine
 già resa accorta, al suo valor m'opposi
 con lusinghe innocenti, armi non vane
 del sesso mio. Donde sperar difesa
 maggior di questa? Era miglior consiglio
280forse nell'elmo imprigionar le chiome?
 Coll'inesperta mano
 trattar l'asta guerriera? Uscendo in campo,
 vacillar sotto il peso
 d'insolita lorica e farmi teco
285spettacolo di riso al fasto greco?
 Torna, torna in te stesso; altro pensiero
 chiede la nostra sorte
 che quel di gelosia.
 PORO
                                      Qual è? Pretendi
 che d'Alessandro al piede
290io mi riduca ad implorar pietade?
 Vuoi che sia la tua mano
 prezzo di pace? Ambasciador mi vuoi
 di queste offerte? Ho da condurti a lui?
 Ho da soffrir tacendo
295di rimirarti ad Alessandro in braccio?
 Spiegati pur, ch'io l'eseguisco e taccio.
 CLEOFIDE
 Né mai termine avranno
 le frequenti dubiezze
 del geloso tuo cor? Credimi, o caro,
300fidati pur di me.
 PORO
                                  Di te si fida
 anche Alessandro. E chi può dir qual sia
 l'ingannato di noi? So ch'ei ritorna
 e torna vincitor. So ch'altre volte
 coll'armi de' tuoi vezzi o finti o veri
305hai le sue forze indebolite e dome.
 E creder deggio? E ho da fidarmi? E come!
 CLEOFIDE
 Ingrato! Hai poche prove
 della mia fedeltà? Comparve appena
 su l'indico confine
310dell'Asia il domator che il tuo periglio
 fu il mio primo spavento. Incontro a lui
 lusinghiera m'offersi, acciò con l'armi
 non passasse a' tuoi regni. Ad onta mia
 seco pugnasti. A te già vinto, asilo
315fu questa reggia e non è tutto. In campo
 la seconda fortuna
 vuoi ritentar; l'armi io ti porgo e perdo
 l'amistà d'Alessandro,
 di mie lusinghe il frutto,
320de' miei sudditi il sangue, il regno mio;
 e non ti basta? E non mi credi?
 PORO
                                                           (Oh dio!)
 CLEOFIDE
 Tollerar più non posso
 così barbari oltraggi.
 Fuggirò questo cielo. Andrò raminga
325per balze e per foreste
 spaventose allo sguardo, ignote al sole,
 mendicando una morte. I miei tormenti,
 le tue furie una volta
 finiranno così. (In atto di partire)
 PORO
                               Fermati, ascolta.
 CLEOFIDE
330Che dir mi puoi?
 PORO
                                   Che a gran ragion t'offende
 il geloso amor mio.
 CLEOFIDE
                                      Questo è un amore
 peggior dell'odio.
 PORO
                                   Io ti prometto, o cara,
 che mai più di tua fede
 dubitar non saprò.
 CLEOFIDE
                                     Queste promesse
335mille volte facesti e mille volte
 tornasti a vacillar.
 PORO
                                    Se mai di nuovo
 io ti credo infedel, per mio tormento
 altra fiamma t'accenda;
 e vera in te l'infedeltà si renda.
 CLEOFIDE
340Ancor non m'assicuro.
 Giuralo.
 PORO
                   A tutti i nostri dei lo giuro.
 
    Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.