Alessandro, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA XI
 
 GANDARTE
 
 GANDARTE
 Perché senz'opra degli altrui sudori
 nasceano i frutti, i fiori,
 perché più volte l'anno
495non dubbio prezzo delle altrui fatiche
 biondeggiavan le spiche e al lupo appresso
 in un covile istesso
 il sicuro agnellin prendea ristoro,
 era bella, cred'io, l'età dell'oro.
500Ma se allor le donzelle,
 per soverchia innocenza, a' loro amanti
 dicean d'essere infide
 chiaro così come Erissena il dice,
 per me l'età del ferro è più felice.
 
505   Voi che adorate il vanto
 di semplice beltà
 non vi fidate tanto
 di chi mentir non sa,
 che l'innocenza ancora
510sempre non è virtù.
 
    Mentisca pure e finga
 colei che m'arde il seno,
 che almeno mi lusinga,
 che non mi toglie almeno
515la libertà d'odiarla
 quando infedel mi fu. (Parte)