Alessandro, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA IX
 
 CLEOFIDE, PORO e TIMAGENE con guardie
 
 TIMAGENE
 Macedoni, alla reggia
 Cleofide si scorga; e intanto Asbite
1010meco rimanga.
 CLEOFIDE
                               (In libertà potessi
 senza scoprirlo almen dargli un addio).
 PORO
 (Potessi all'idol mio
 libero favellar).
 CLEOFIDE
                               De' casi miei,
 Timagene, hai pietà?
 TIMAGENE
                                          Più che non credi.
 CLEOFIDE
1015Ah se Poro mai vedi,
 digli dunque per me che non si scordi
 alle sventure in faccia
 la costanza d'un re ma soffra e taccia.
 
    Digli ch'io son fedele,
1020digli ch'è il mio tesoro,
 che m'ami, ch'io l'adoro,
 che non disperi ancor.
 
    Digli che la mia stella
 spero placar col pianto,
1025che lo consoli intanto
 l'immagine di quella
 che vive nel suo cor. (Parte con le guardie)