Alessandro, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA V
 
 TIMAGENE
 
 TIMAGENE
 Ma qual sorte è la mia? Nacque Alessandro
145per offendermi sempre. Anche in amore
 m'oltraggia il merto suo. Picciola offesa
 che rammenta le grandi. Eh l'odio mio
 si appaghi alfine. Irriterò le squadre;
 solleverò di Poro
150le cadenti speranze; alla vendetta
 qualche via troverò, che 'l vendicarsi
 d'un ingiusto potere
 persuade natura anche alle fiere.
 
    O sugli estivi ardori
155placida al sol riposa
 o sta fra l'erbe e i fiori
 la pigra serpe ascosa,
 se non la preme il piede
 di ninfa o di pastor.
 
160   Ma se calcar si sente,
 a vendicarsi aspira;
 e su l'acuto dente
 il suo veleno e l'ira
 tutta raccoglie allor. (Parte)