Alessandro, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA XVI
 
 PORO e CLEOFIDE
 
 PORO
 Lode agli dei. Son persuaso alfine
 della tua fedeltà.
 CLEOFIDE
                                 Lode agli dei.
 Poro di me si fida,
695più geloso non è.
 PORO
                                  Dov'è chi dice
 che un femminil pensiero
 dell'aura è più leggiero?
 CLEOFIDE
                                               Ov'è chi dice
 che più del mare un sospettoso amante
 è torbido, è incostante?
700Io non lo credo.
 PORO
                               Ed io
 nol posso dir.
 CLEOFIDE
                            Mi disinganna assai...
 PORO
 Mi convince abbastanza...
 CLEOFIDE
 La placidezza tua.
 PORO
                                   La tua costanza.
 CLEOFIDE
 Ricordo il giuramento.
 PORO
705La promessa rammento.
 CLEOFIDE
 Si conosce...
 PORO
                         Si vede...
 CLEOFIDE
 Che placido amator!
 PORO
                                        Che bella fede!
 
    Se mai turbo il tuo riposo,
 se m'accendo ad altro lume,
710pace mai non abbia il cor.
 
 CLEOFIDE
 
    Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.
 
 PORO
 
    Infedel! Questo è l'amore?
 
 CLEOFIDE
 
715Menzogner! Questa è la fede?
 
 A DUE
 
 Chi non crede al mio dolore
 che lo possa un dì provar.
 
 PORO
 
    Per chi perdo, o giusti dei,
 il riposo de' miei giorni!
 
 CLEOFIDE
 
720A chi mai gli affetti miei,
 giusti dei, serbai finora!
 
 A DUE
 
 Ah si mora e non si torni
 per l'ingrata
                          a sospirar.
 per l'ingrato
 
 Fine dell’atto primo