Alessandro, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA XV
 
 ERISSENA e GANDARTE
 
 GANDARTE
 Adorata Erissena,
1250fra perdite sì grandi, ah non si conti
 la perdita di te. Fuggiam da questa
 in più sicura parte.
 Tuo sposo e difensor sarà Gandarte.
 ERISSENA
 Vanne solo. Io sarei
1255d'impaccio al tuo fuggir. La mia salvezza
 necessaria non è. La tua potrebbe
 esser utile all'India; anzi tu devi
 a favor degli oppressi usar la spada.
 GANDARTE
 E dove senza te speri ch'io vada?
 
1260   Se viver non poss'io
 lungi da te, mio bene,
 lasciami almen, ben mio,
 morir vicino a te.
 
    Che se partissi ancora,
1265l'alma faria ritorno;
 e non so dirti allora
 quel che farebbe il piè. (Parte)