Alessandro, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA VI
 
  Recinto di palme e cipressi con picciolo tempio nel mezzo, dedicato a Bacco nella reggia di Cleofide.
 
 CLEOFIDE con seguito, indi PORO
 
 CLEOFIDE
165Perfidi, qual riparo, (Alle comparse)
 qual rimedio adoprar? Mancando ogni altro,
 dovevate morir. Tornate in campo,
 ricercate di Poro. Il vostro sangue,
 se tardo è alla difesa,
170se vile è alla vendetta,
 spargetelo dal seno
 alla grand'umbra in sacrifizio almeno. (Partono le comparse)
 Oh dei! Mi fa spavento
 più di Poro il coraggio,
175l'anima intollerante e le gelose
 furie, che in sen sì facilmente aduna,
 che 'l valor d'Alessandro e la fortuna.
 PORO
 (Ecco l'infida). Io vengo, (Con ironia amara)
 regina, a te di fortunati eventi
180felice apportator.
 CLEOFIDE
                                  Numi! Respiro. (Rasserenandosi)
 Che rechi mai?
 PORO
                               Per Alessandro alfine (Come sopra)
 si dichiarò la sorte. Esulta; avrai
 dell'Oriente oppresso (Cleofide si turba)
 a momenti al tuo piè tutti i trofei.
 CLEOFIDE
185Così m'insulti, oh dei! Dunque saranno
 eterne le dubbiezze
 del geloso tuo cor? Fidati, o caro,
 fidati pur di me.
 PORO
                                  Di te si fida
 anche Alessandro. E chi può dir qual sia
190l'ingannato di noi? So ch'ei ritorna
 e torna vincitor. So ch'altre volte
 coll'armi de' tuoi vezzi o finti o veri
 hai le sue forze indebolite e dome.
 E creder deggio? E ho da fidarmi? E come?
 CLEOFIDE
195Ingrato, hai poche prove
 della mia fedeltà? Comparve appena
 su l'indico confine
 dell'Asia il domator che 'l tuo periglio
 fu il mio primo spavento. Incontro a lui
200lusinghiera m'offersi, onde con l'armi
 non passasse a' tuoi regni. Ad onta mia
 seco pugnasti; a te già vinto asilo
 fu questa reggia; e non è tutto. In campo
 la seconda fortuna
205vuoi ritentar; l'armi io ti porgo e perdo
 l'amistà d'Alessandro,
 di mie lusinghe il frutto,
 de' miei sudditi il sangue, il regno mio.
 E non ti basta? E non mi credi?
 PORO
                                                            (Oh dio!) (Commosso)
 CLEOFIDE
210Tollerar più non posso
 così barbari oltraggi.
 Fuggirò questo cielo, andrò raminga
 per balze e per foreste
 spaventose allo sguardo, ignote al sole,
215mendicando una morte. I miei tormenti,
 le tue furie una volta
 finiranno così. (In atto di partire disperata)
 PORO
                               Fermati; ascolta.
 CLEOFIDE
 Che dir mi puoi?
 PORO
                                   Che a gran ragion t'offende
 il geloso amor mio.
 CLEOFIDE
                                      Questo è un amore
220peggior dell'odio.
 PORO
                                   Io ti prometto, o cara,
 che mai più di tua fede
 dubitar non saprò.
 CLEOFIDE
                                     Queste promesse
 mille volte facesti e mille volte
 tornasti a vacillar.
 PORO
                                    Se mai di nuovo
225io ti credo infedel, per mio tormento
 altra fiamma t'accenda;
 e vera in te l'infedeltà si renda.
 CLEOFIDE
 Ancor non m'assicuro.
 Giuralo.
 PORO
                   A tutti i nostri dei lo giuro.
 
230   Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.