Alessandro, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA PRIMA
 
 Gabinetti reali.
 
 PORO e GANDARTE
 
 PORO
 E passerà l'Idaspe
 l'abborrito rival senza contesa?
 GANDARTE
 No, mio re. Per tuo cenno
 già radunai gran parte
455de' tuoi sparsi guerrieri e presso al ponte,
 che unisce dell'Idaspe ambe le rive,
 cauto gli ascosi. In questo agguato avvolto
 troverassi Alessandro, appena giunto
 di qua dal fiume; ed il soccorso a lui
460dell'esercito greco il ponte angusto
 ritarderà.
 PORO
                     Benché da lui diviso
 l'esercito rimanga, avrà difesa.
 Sai pur che in ogni impresa
 lo precedono sempre
465gli argiraspidi suoi.
 GANDARTE
                                       Fra questi appunto
 seminò Timagene
 l'odio per lui. Gli avrem compagni; o almeno
 non ci saran nemici. E quando ancora
 gli fossero fedeli, il lor coraggio
470si perderà nell'improvviso assalto.
 Tu questi dalle sponde
 combattendo disvia. Sul varco angusto
 io sosterrò del ponte
 l'impeto ostile. Alle mie spalle intanto
475diroccheranno i nostri
 gli archi di quello ed i sostegni in parte
 rosi dal tempo e indeboliti ad arte.
 Così là senza duce
 resteranno le schiere; e senza schiere
480qua il duce resterà. Compito questo,
 al fato e al tuo valor si fidi il resto.
 PORO
 L'unico ben, ma grande,
 che riman fra' disastri agl'infelici,
 è il distinguer da' finti i veri amici.
485Oh del tuo re, non della sua fortuna,
 fido seguace! E perché mai del regno,
 ond'io possa premiarti, il ciel mi priva?