Alessandro, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA V
 
 TIMAGENE, indi PORO
 
 TIMAGENE
 Oh rimorso! Oh rossore! E non m'ascondo,
 misero, a' rai del dì? Con qual coraggio
 soffrirò gli altrui sguardi,
955se reo di questo eccesso
 orribile son io tanto a me stesso?
 PORO
 (Qui Timagene e solo?) Amico, il cielo
 pur salvo a te mi guida.
 TIMAGENE
                                              Ah fuggi, Asbite,
 fuggi da me.
 PORO
                          Qui d'Alessandro il sangue
960non dobbiamo versar?
 TIMAGENE
                                            Prima si versi
 quello di Timagene.
 PORO
                                       E la promessa?
 TIMAGENE
 La promessa d'un fallo
 non obbliga a compirlo.
 PORO
                                              Infido! Ah dunque
 tu più quel Timagene
965di poc'anzi non sei?
 TIMAGENE
                                       No. Quello in seno
 avea perfida l'alma, il cor rubello.
 PORO
 Ed or...
 TIMAGENE
                 Lode agli dei, non è più quello.
 
    Finch'io rimanga in vita,
 ricomprerò col sangue
970la gloria mia smarrita,
 il mio perduto onor.
 
    Farò che al mondo sia
 chiara l'emenda mia
 al pari dell'error. (Parte)