Alessandro, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA ULTIMA
 
 Preceduti dal coro de’ baccanti, ch’entrano cantando e danzando nel tempio, e seguiti da guardie, popolo e sacerdoti con faci accese alla mano, s’avanzano CLEOFIDE alla destra del rogo, ALESSANDRO, ERISSENA e TIMAGENE alla sinistra
 
 CORO
 
    Dagli astri discendi,
1085o nume giocondo,
 ristoro del mondo,
 compagno d'amor.
 
    D'un popolo intendi
 le supplici note,
1090acceso le gote
 di sacro rossor.
 
 CLEOFIDE
 Nell'odorata pira
 si destino le fiamme. (I sacerdoti accendono il rogo)
 PORO
 (Perfida!)
 ALESSANDRO
                      È dolce sorte unire insieme
1095e la gloria e l'amor.
 PORO
                                      (Più fren non soffre
 già 'l mio furor).
 ALESSANDRO
                                 Vieni, o regina; un nodo
 leghi le destre e i cori. (Accostandosele in atto di darle la mano)
 CLEOFIDE
 Ferma. È tempo di morte e non d'amori.
 ALESSANDRO
 Numi!
 PORO
                (Che ascolto!) (Resta immobile Poro nell’attitudine di scagliarsi)
 CLEOFIDE
                                            Io fui
1100consorte a Poro. Ei più non vive; e deggio
 su quel rogo morir. Se t'ingannai,
 perdonami, Alessandro; il sacro rito
 non sperai di compir senza ingannarti;
 temei la tua pietà. Questo è il momento
1105in cui si adempia il sacrifizio a pieno. (In atto di andare verso il rogo)
 ALESSANDRO
 Ah nol deggio soffrir. (Volendo arrestarla)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno. (Impugnando uno stile)
 PORO
 (Oh amore!)
 GANDARTE
                           (Oh fedeltà!)
 ALESSANDRO
                                                     Non esser tanto
 di te stessa nemica.
 CLEOFIDE
 Il nome d'impudica
1110vivendo acquisterei. Passa alle fiamme
 dalle vedove piume
 ogni sposa fra noi. Questo è il costume
 dell'India tutta; ed ogni età lontana
 questa legge osservò.
 ALESSANDRO
                                         Legge inumana
1115che bisogno ha di freno,
 che distrugger saprò. (Vuole appressarsi a Cleofide)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno. (In atto di ferirsi)
 ALESSANDRO
 Risolvermi non oso.
 CLEOFIDE
 Ombra del caro sposo,
 ecco della mia fé le prove estreme... (Volendo gettarsi nelle fiamme)
 PORO
1120Aspettami, cor mio; morremo insieme. (Scoprendosi)
 GANDARTE
 (Aimè! Poro si perde).
 CLEOFIDE
 Dei! Traveggo? Sei tu?
 PORO
                                            No; non travedi;
 il tuo Poro son io.
 GANDARTE
 Chi usurpa il nome mio? (Scoprendosi)
1125Non crederlo, Alessandro; io son...
 PORO
                                                                Tu sei
 il mio caro Gandarte; e non è tempo
 di finger più. Trovai fedel la sposa;
 son paghi i voti miei. Così potessi
 con la man d'Erissena,
1130con parte del mio regno esserti grato.
 ALESSANDRO
 Son fuor di me. Come! Tu sei?... (A Poro)
 PORO
                                                              Son io
 il tuo nemico.
 ALESSANDRO
                            E di venire ardisci...
 PORO
 A morir con la sposa.
 ALESSANDRO
                                         E tu non vuoi... (A Cleofide)
 CLEOFIDE
 Viver senza di lui.
 ALESSANDRO
                                    Gandarte...
 GANDARTE
                                                           Espone,
1135come è dover, la vita
 per quella del suo re.
 ALESSANDRO
                                         Dunque germoglia
 tanta virtù nell'India? Ed io dovrei
 contar tra i fasti miei tanti infelici?
 No; nol crediate, amici; un cor capace
1140di sì crudel diletto io non mi trovo.
 Abbia l'India di nuovo
 e pace e libertà. Da me riceva
 Poro la sposa e la real sua sede;
 e in premio di sua fede
1145su la feconda parte
 ch'oltre il Gange io domai, regni Gandarte.
 CLEOFIDE, GANDARTE
 O Alessandro!
 ERISSENA, TIMAGENE
                             O signor!
 ALESSANDRO
                                                 Tacete. Omaggi
 altri io non vo' da voi che l'odio estinto.
 CLEOFIDE
 Or trionfi, Alessandro.
 PORO
                                            Or Poro è vinto.
 TUTTI fuor che ALESSANDRO
 
1150   Serva ad eroe sì grande,
 cura di Giove e prole,
 quanto rimira il sole,
 quanto circonda il mar.
 
    Né lingua adulatrice
1155del nome suo felice
 trovi più dolce suono
 di chi risiede in trono
 il fasto a lusingar.
 
 IL FINE