Alessandro nell’Indie, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VIII
 
 PORO, ERISSENA, indi GANDARTE
 
 PORO
 Dei, che tormento è questo!
 Va Cleofide al campo ed io qui resto?
 No no, si siegua. a' suoi novelli amori
 serva di qualche inciampo
280la mia presenza. (In atto di partire)
 GANDARTE
                                  Ove, signore?
 PORO
                                                             Al campo.
 GANDARTE
 Ferma; non è ancor tempo. Io non invano
 tardai finor. Questo real diadema
 Timagene ingannò; Poro mi crede;
 mi parlò; lo scopersi
285nemico d'Alessandro. Assai da lui
 noi possiamo sperare.
 PORO
                                           Or non è questa
 la mia cura maggiore. Al greco duce
 Cleofide s'invia.
 GANDARTE
                                 Ma che paventi?
 ERISSENA
 Che figuri perciò?
 PORO
                                    Mille figuro
290immagini crudeli
 d'infedeltà, vezzi, lusinghe, sguardi;
 che posso dir?
 ERISSENA
                             Ma saran finti.
 PORO
                                                          Addio.
 Fingendo s'incomincia. Ah non sapete
 quanto è breve il sentiero
295che dal finto in amor conduce al vero. (Parte frettoloso)