Alessandro nell’Indie, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VI
 
 CLEOFIDE dalla destra, preceduta da PORO senza spada
 
 CLEOFIDE
 Ma per pietà, ben mio,
 non più sospetti. Io t'amo;
565non amo altro che te; penso a salvarti
 quando soffro Alessandro.
 PORO
                                                  Oh dio! Vorrei
 prestarti fé.
 CLEOFIDE
                         Ma per prestarmi fede
 quai pegni vuoi da me? T'adoro ingrato;
 fuggitivo or ti sieguo;
570lascio i paterni lidi;
 abbandono i miei regni; e non ti fidi?
 Giusti dei che vedete
 l'interno d'ogni cor, tutti al grand'atto,
 tutti siate or presenti. Io fida a Poro
575sposa or mi giuro; il giuramento ascolti,
 vindice e testimonio il ciel ne sia.
 Poro, dammi la destra; ecco la mia.
 PORO
 Oh destra! Oh sposa! Oh me felice! Io fui
 un ingiusto finor; perdono, o cara; (Inginocchiandosi)
580qualunque fallo antico...
 CLEOFIDE
 Aimè! Sorgi, mia vita; ecco il nemico. (Spaventata)
 PORO
 Dove?
 CLEOFIDE
                Colà.
 PORO
                            Quest'altra via... Ma quindi
 pur s'appressan guerrieri. Agl'infelici
 son pur brevi i contenti.
 CLEOFIDE
585Sposo, ah non v'è più scampo. A tergo il fiume,
 Alessandro ci arresta
 in quella parte, e Timagene in questa.
 Eccoci prigionieri.
 PORO
                                     Oh dei! Vedrassi
 la consorte di Poro
590preda de' Greci? Agl'impudici sguardi
 misero oggetto? Alle insolenti squadre
 scherno servil? Chi sa qual nuovo amante...
 qual talamo novello... Ah ch'io mi sento
 mille furie nel sen.
 CLEOFIDE
                                     Poro, è perduta
595per noi dunque ogni speme?
 PORO
 No; ci resta una via; si mora insieme. (Poro snuda uno stile; ed alza il braccio in atto di ferirla)