Artaserse, Venezia, Buonarigo, 1730

 SCENA VII
 
 SEMIRA
 
 SEMIRA
 Voi della Persia, voi
 deità protettrici, a questo impero
 conservate Artaserse. Ah ch'io lo perdo
300se trionfa di Dario. Ei questa mano
 bramò vassallo e sdegnarà sovrano.
 Ma che? Sì degna vita
 forse non vale il mio dolor? Si perda,
 pur che regni il mio bene e pur che viva.
305Per non esserne priva
 se lo bramassi estinto empia sarei.
 No, del mio voto io non mi pento o dei.
 
    Bramar di perdere
 per troppo affetto
310parte dell'anima
 nel caro oggetto
 è il duol più barbaro
 d'ogni dolor.
 
    Pur fra le pene
315sarò felice,
 se il caro bene
 sospira e dice:
 «Troppo a Semira
 fu ingrato amor».