Artaserse, Venezia, Buonarigo, 1730

 SCENA VI
 
 SEMIRA, poi MANDANE
 
 SEMIRA
805Qual serie di sventure un giorno solo
 unisce a' danni miei! Mandane ah senti...
 MANDANE
 Non m'arrestar Semira.
 SEMIRA
                                              Ove t'affretti?
 MANDANE
 Vado al real consiglio.
 SEMIRA
                                          Io tua seguace
 sarò, se giova all'infelice Arbace.
 MANDANE
810L'interesse è distinto.
 Tu salvo il brami ed io lo voglio estinto.
 SEMIRA
 E un'amante d'Arbace
 parla così?
 MANDANE
                       Parla così, Semira,
 una figlia di Serse.
 SEMIRA
                                     Il mio germano
815o non ha colpa o per tua colpa è reo.
 Perché troppo t'amò...
 MANDANE
                                           Questo è il maggiore
 de' falli suoi. Col suo morir degg'io
 giustificar me stessa e vendicarmi
 di quel rossor che soffre
820il mio genio real che a lui donato
 dovea destarlo a generose imprese
 e per mia pena un traditor lo rese.
 SEMIRA
 E non basta a punirlo
 delle leggi il rigor che a lui sovrasta,
825senza gli impulsi tuoi?
 MANDANE
                                            No che non basta.
 Io temo in Artaserse
 la tenera amistà. Temo l'affetto
 ne' satrapi e ne' grandi; e temo in lui
 quell'ignoto poter, quell'astro amico
830che in fronte gli risplende,
 che degli animi altrui signor lo rende.
 SEMIRA
 Va', sollecita il colpo,
 accusalo, spietata,
 riducilo a morir; però misura
835prima la tua costanza. Hai da scordarti
 le speranze, gli affetti,
 la data fé, le tenerezze, i primi
 scambievoli sospiri, i primi sguardi
 e l'idea di quel volto
840dove apprese il tuo core
 la prima volta a sospirar d'amore.
 MANDANE
 Ah barbara Semira
 io che ti feci mai? Perché risvegli
 quella al dover ribelle
845colpevole pietà che opprimo in seno
 a forza di virtù? Perché ritorni
 con questa idea che il mio coraggio atterra
 ne' miei pensieri a rinovar la guerra?
 
    Se d'un amor tiranno
850credei di trionfar,
 lasciami nell'inganno,
 lasciami lusingar
 che più non amo.
 
    Se l'odio è il mio dover
855barbara, e tu lo sai,
 perché avveder mi fai
 che invan lo bramo.