Artaserse, Venezia, Buonarigo, 1730

 SCENA ULTIMA
 
 ARBACE e detti
 
 ARBACE
1495Ecco Arbace o monarca a' piedi tuoi.
 ARTASERSE
 Vieni vieni al mio sen. Perdona amico
 s'io dubitai di te. Troppo è palese
 la tua bella innocenza. Ah fa' ch'io possa
 con franchezza premiarti. Ogni sospetto
1500nel popolo dilegua e rendi a noi
 qualche ragion del sanguinoso ferro
 che in tua man si trovò, della tua fuga,
 del tuo tacer, di quanto
 ti fece reo.
 ARBACE
                       S'io meritai signore
1505qualche premio da te, lascia ch'io taccia.
 Il mio labro non mente.
 Credi a chi ti salvò. Sono innocente.
 ARTASERSE
 Giura tu almeno; e l'atto
 terribile e solenne
1510faccia fede del vero. Ecco la tazza
 al rito necessaria. Or seguitando
 della Persia il costume
 vindice chiama e testimonio un nume.
 ARBACE
 Son pronto. (Prende la tazza)
 MANDANE
                          (Ecco il mio ben fuor di periglio).
 ARTABANO
1515(Che fo, se giura avvelenato è il figlio).
 ARBACE
 «Lucido dio per cui l'april fiorisce,
 per cui tutto nel mondo e nasce e muore...»
 ARTABANO
 (Misero me).
 ARBACE
                            «Se il labro mio mentisce
 si cangi entro il mio seno
1520la bevanda vital...» (In atto di bere)
 ARTABANO
                                      Ferma, è veleno.
 ARTASERSE
 Che sento!
 ARBACE
                       Oh dei!
 ARTASERSE
                                        Perché finor tacerlo?
 ARTABANO
 Perché a te l'apprestai.
 ARTASERSE
                                            Ma qual furore
 contro di me...
 ARTABANO
                              Dissimular non giova.
 Già mi tradì l'amor di padre. Io fui
1525di Serse l'uccisore. Il regio sangue
 tutto versar volevo. È mia la colpa,
 non è d'Arbace. Il sanguinoso acciaro
 per celarlo io gli diedi. Il suo pallore
 era orror del mio fallo. Il suo silenzio
1530pietà di figlio. Ah se minore in lui
 la virtù fosse stata o in me l'amore
 compivo il mio disegno
 e involata t'avrei la vita e il regno.
 ARBACE
 (Che dice!)
 ARTASERSE
                        Anima rea! M'uccidi il padre,
1535della morte di Dario
 colpevole mi rendi; a quanti eccessi
 t'indusse mai la scelerata speme.
 Empio morrai.
 ARTABANO
                               Noi moriremo insieme. (Snuda la spada e seco Artaserse in atto di difesa)
 ARBACE
 (Stelle!)
 ARTABANO
                   Amici non resta
1540che un disperato ardir; mora il tiranno. (Le guardie sedotte si pongono in atto di assalire)
 ARBACE
 Padre che fai?
 ARTABANO
                             Voglio morir da forte.
 ARBACE
 Deponi il ferro o beverò la morte. (In atto di bere)
 ARTABANO
 Folle che dici?
 ARBACE
                             Se Artaserse uccidi
 no più viver non devo.
 ARTABANO
1545Eh lasciami compir...
 ARBACE
                                          Guardami, io bevo. (Come sopra)
 ARTABANO
 Fermati o figlio ingrato.
 Confuso, disperato
 vuoi che per troppo amarti un padre cada.
 Vincesti ingrato figlio, ecco la spada. (Getta la spada e le guardie sollevate si ritirano)
 MANDANE
1550O fede!
 SEMIRA
                 O tradimento!
 ARTASERSE
                                              Olà, seguite
 i fugaci ribelli ed Artabano
 a morir si conduca.
 ARBACE
                                      Oh dio fermate.
 Signor pietà.
 ARTASERSE
                           Non la sperar per lui.
 Troppo enorme è il delitto. Io non confondo
1555il reo coll'innocente. A te Mandane
 sarà sposa se vuoi. Sarà Semira
 a parte del mio trono.
 Ma per quel traditor non v'è perdono.
 ARBACE
 Toglimi ancor la vita. Io non la voglio
1560se per esserti fido,
 se per salvarti il genitore uccido.
 ARTASERSE
 O virtù che innamora!
 ARBACE
                                            Ah non domando
 da te clemenza. Usa rigor ma cambia
 la sua nella mia morte. Al regio piede
1565chi ti salvò ti chiede (S’inginocchia)
 di morir per un padre. In questa guisa
 s'appaghi il tuo desio.
 È sangue d'Artabano il sangue mio.
 ARTASERSE
 Sorgi, non più. Rasciuga
1570quel generoso pianto anima bella.
 Chi resister ti può? Viva Artabano
 ma viva almeno in doloroso esiglio.
 E doni il tuo sovrano
 l'error d'un padre alla virtù d'un figlio.
 CORO
 
1575   Giusto re la Persia adora
 la clemenza assisa in trono,
 quando premia col perdono
 d'un eroe la fedeltà.
 
    La giustizia è bella allora
1580che compagna ha la pietà.
 
 FINE DEL DRAMMA