L’Artaserse, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA VII
 
 SEMIRA
 
 SEMIRA
 Voi della Persia, voi
 deità protettrici, a questo impero
305conservate Artaserse. Ah ch'io lo perdo,
 se trionfa di Dario. Ei questa mano
 bramò vassallo e sdegnarà sovrano.
 Ma che! Sì degna vita
 forse non vale il mio dolor? Si perda,
310pur che regni il mio bene e pur che viva.
 Per non esserne priva,
 se lo bramassi estinto empia sarei.
 No, del mio voto io non mi pento o dei.
 
    Bramar di perdere
315per troppo affetto
 parte dell'anima
 nel caro oggetto
 è il duol più barbaro
 d'ogni dolor.
 
320   Pur fra le pene
 sarò felice,
 se il caro bene
 sospira e dice:
 «Troppo a Semira
325fu ingrato amor». (Parte)