Artaserse, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA III
 
 ARTABANO e poi MEGABISE
 
 ARTABANO
 I tuoi deboli affetti
710vinci, Artabano. Un temerario figlio
 s'abbandoni al suo fato. Ah che nel core
 condannarlo non posso. Io l'amo appunto
 perché non mi somiglia. A un tempo istesso
 e mi sdegno e l'ammiro;
715e d'ira e di pietà fremo e sospiro.
 MEGABISE
 Che fai? Che pensi? Irresoluto e lento
 signor così ti stai? Non è più tempo
 di meditar ma d'eseguir. Si aduna
 de' satrapi il consiglio; ecco raccolte
720molte vittime insieme. I tuoi rivali
 là troveremo uniti. Uccisi questi,
 piana è per te la via del trono. Arbace
 a liberar si voli.
 ARTABANO
                                Ah Megabise,
 che sventura è la mia! Ricusa il figlio
725e regno e libertà. De' giorni suoi
 cura non ha; perde sé stesso e noi.
 MEGABISE
 Che dici!
 ARTABANO
                    Invan finora
 con lui contesi.
 MEGABISE
                              A liberarlo a forza
 al carcere corriamo.
 ARTABANO
                                       Il tempo istesso,
730che perderemo in superar la fede
 e il valor de' custodi, agio bastante
 al re darà di preparar difese.
 MEGABISE
 È ver. Dunque Artaserse
 prima si sveni e poi si salvi Arbace.
 ARTABANO
735Ma rimane in ostaggio
 la vita del mio figlio.
 MEGABISE
                                        Ecco il riparo;
 dividiamo i seguaci. Assaliremo
 nell'istesso momento
 tu il carcere, io la reggia.
 ARTABANO
                                               Ah che divisi
740siamo deboli entrambi.
 MEGABISE
                                              Ad un partito
 convien pure appigliarsi.
 ARTABANO
                                                Il più sicuro
 è 'l non prenderne alcuno. Agio bisogna
 a ricompor le sconcertate fila
 della trama impedita.
 MEGABISE
                                           E se frattanto
745Arbace si condanna?
 ARTABANO
                                         Il caso estremo
 al più pronto rimedio
 risolver ne farà. Basta per ora
 che a simular tu siegua e che de' tuoi
 mi conservi la fede. Io cauto intanto
750a sedurre i custodi
 m'applicherò. Non m'avvisai finora
 d'abbisognarne; e reputai follia
 moltiplicare i rischi
 senza necessità.
 MEGABISE
                                Di me disponi
755come più vuoi.
 ARTABANO
                              Deh non tradirmi amico.
 MEGABISE
 Io tradirti! Ah signor, che mai dicesti!
 Tanto ingrato mi credi? Io mi rammento
 de' miei bassi principi; alla tua mano
 deggio quanto possiedo; a' primi gradi
760dal fango popolar tu mi traesti;
 io tradirti! Ah signor, che mai dicesti!
 ARTABANO
 È poco, o Megabise,
 quanto feci per te. Vedrai s'io t'amo,
 se m'arride il destin. So per Semira
765gli affetti tuoi, non gli condanno; e penso...
 Eccola. Un mio comando
 l'amor suo t'assicuri e noi congiunga
 con più saldi legami.
 MEGABISE
                                         Oh qual contento!