Artaserse, Torino, Reale, 1757

 SCENA VI
 
 SEMIRA, poi MANDANE
 
 SEMIRA
 Qual serie di sventure un giorno solo
 unisce a' danni miei? Mandane, ah senti!
 MANDANE
830Non m'arrestar, Semira.
 SEMIRA
                                               Ove t'affretti?
 MANDANE
 Vado al real consiglio.
 SEMIRA
                                          Io tua seguace
 sarò, se giova all'infelice Arbace.
 MANDANE
 L'interesse è distinto;
 tu salvo il brami ed io lo voglio estinto.
 SEMIRA
835E un'amante d'Arbace
 parla così?
 MANDANE
                       Parla così, Semira,
 una figlia di Serse.
 SEMIRA
                                     Il mio germano
 o non ha colpa o per tua colpa è reo,
 perché troppo t'amò...
 MANDANE
                                           Questo è il maggiore
840de' falli suoi. Col suo morir degg'io
 giustificar me stessa e vendicarmi
 di quel rossor che soffre
 il mio genio real che a lui donato
 dovea destarlo a generose imprese
845e per mia pena un traditor lo rese.
 SEMIRA
 E non basta a punirlo
 delle leggi il rigor che a lui sovrasta,
 senza gl'impulsi tuoi?
 MANDANE
                                           No che non basta.
 Io temo in Artaserse
850la tenera amistà; temo l'affetto
 ne' satrapi e ne' grandi e temo in lui
 quell'ignoto poter, quell'astro amico
 che in fronte gli risplende,
 che degli animi altrui signor lo rende.
 SEMIRA
855Va', sollecita il colpo,
 accusalo, spietata,
 riducilo a morir; però misura
 prima la tua costanza. Hai da scordarti
 le speranze, gli affetti,
860la data fé, le tenerezze, i primi
 scambievoli sospiri, i primi sguardi
 e l'idea di quel volto
 dove apprese il tuo core
 la prima volta a sospirar d'amore.
 MANDANE
865Ah barbara Semira!
 Io che ti feci mai? Perché risvegli
 quella al dover ribelle
 colpevole pietà che opprimo in seno
 a forza di virtù? Perché ritorni
870con quest'idea, che 'l mio coraggio atterra,
 fra' miei pensieri a rinnovar la guerra?
 
    Se d'un amor tiranno
 credei di trionfar,
 lasciami nell'inganno,
875lasciami lusingar
 che più non amo.
 
    Se l'odio è il mio dover,
 barbara, e tu lo sai,
 perché avveder mi fai
880che invan lo bramo? (Parte)