Artaserse, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 SEMIRA
 
 SEMIRA
 Voi della Persia, voi
 deità protettrici, a questo impero
305conservate Artaserse. Ah, ch'io lo perdo,
 se trionfa di Dario! Ei questa mano
 bramò vassallo e sdegnerà sovrano.
 Ma che? Sì degna vita
 forse non vale il mio dolor? Si perda,
310purché regni il mio bene e purché viva.
 Per non esserne priva,
 se lo bramassi estinto, empia sarei;
 no, del mio voto io non mi pento, o dei.
 
    Bramar di perdere
315per troppo affetto
 parte dell'anima
 nel caro oggetto
 è il duol più barbaro
 d'ogni dolor.
 
320   Pur fra le pene
 sarò felice,
 se il caro bene
 sospira e dice:
 «Troppo a Semira
325fu ingrato amor». (Parte)