Il Demetrio, Vienna, van Ghelen, 1731

 SCENA XIV
 
 ALCESTE e BARSENE
 
 ALCESTE
 Numi, che avvenne mai! Quei dubbi accenti,
 quel pallor, quei sospiri
630mi fanno palpitar. Qual è Barsene
 la cagion di sì strano
 cangiamento improviso? È invidia altrui?
 È incostanza di lei?
 È ingiustizia degli astri? È colpa mia?
 BARSENE
635Le smanie del tuo core
 mi fan pietà. Forse d'un'altra amante
 più felice saresti.
 ALCESTE
                                  Ah giunga prima
 l'ultimo de' miei giorni. Io voglio amarla
 a prezzo ancor di non trovar mai pace.
640Che più soffrir mi piace
 per la mia Cleonice ogni tormento
 che per mille bellezze esser contento.
 
    Dal suo gentil sembiante
 nacque il mio primo amore
645e l'amor mio costante
 ha da morir con me.
 
    Ogni beltà più rara
 benché mi sia pietosa
 per me non è vezzosa,
650vaga per me non è. (Parte)