Il Demetrio, Vienna, van Ghelen, 1731

 SCENA PRIMA
 
  Portico della reggia corrispondente alle sponde del mare con barca e marinari pronti per la partenza d’Alceste.
 
 OLINTO, poi ALCESTE, FENICIO
 
 OLINTO
 Sarò pur una volta
1245senza rival. Da questo lido alfine
 vedrò Alceste partir. La sua tardanza
 però mi fa temer. Si fosse mai
 pentita Cleonice! Ah non vorrei...
 Ma no. Di sua dimora
1250cagion gli estremi uffici
 forse saran degl'importuni amici.
 ALCESTE
 Signor procuri indarno (A Fenicio nell’uscire)
 di trattenermi ancor.
 OLINTO
                                         Son pronti Alceste
 i nocchieri e la nave. Amico è il vento,
1255placido è il mar.
 FENICIO
                                 Taci importuno. (Ad Olinto) Almeno
 differisci per poco (Ad Alceste)
 la tua partenza. Io non lo chiedo invano.
 Resta. Del mio consiglio
 non avrai da pentirti. Infin ad ora
1260sai pur che amico e genitor ti fui.
 OLINTO
 (Mancava il padre a trattener costui).
 ALCESTE
 Ah della mia sovrana al tuo consiglio
 il comando s'oppone.
 OLINTO
 Alceste a quel ch'io sento ha gran ragione.
 FENICIO
1265E puoi lasciarmi? E vuoi partir? Né pensi
 come resta Fenicio? Io ti sperai
 più grato a tanto amor.
 ALCESTE
                                             Deh caro padre,
 che tal posso chiamarti
 mercé la tua pietà. Non dirmi ingrato,
1270che mi trafiggi il cor. Lo veggio anch'io
 che attender non dovevi
 questi del tuo sudor frutti infelici.
 Anch'io sperai crescendo
 su l'orme tue per il sentier d'onore
1275chiamarti un dì sul ciglio
 lagrime di piacer, non di dolore.
 Ma chi può delle stelle
 contrastare al voler. Soffri ch'io parta.
 Forse così partendo
1280meno ingrato sarò. Forse talvolta
 communica sventure
 la compagnia degl'infelici. Almeno
 già che in odio son io tanto agli dei,
 prendano i giorni miei
1285solamente a turbar. Vengano meco
 l'ire della fortuna
 e a' danni tuoi non ne rimanga alcuna.
 FENICIO
 Figlio non dir così. Tu non conosci
 il prezzo di tua vita. E questa mia,
1290se a te non giova, è un peso
 inutile per me.
 ALCESTE
                               Signor tu piangi?
 Ah non merita Alceste
 una lagrima tua. Questo dolore
 prolungarti non deggio. Addio, restate. (In atto di partire)
 OLINTO
1295(Lode agli dei).
 ALCESTE
                               Vi raccomando amici
 l'afflitta mia regina. Avrà bisogno
 della vostra pietà nel caso amaro.
 Chi sa quanto le costa
 la sua virtù! Fra quante smanie avvolto
1300è il suo povero cor! Trovarsi sola,
 disperar di vedermi, aver presenti
 le memorie, il costume, i luoghi... Oh dio
 consolatela amici, amici addio. (Nel partire s’incontra in Cleonice)