Il Demetrio, Madrid, Mojados, 1751

 SCENA V
 
 MITRANE e FENICIO
 
 MITRANE
 Inutile pietà.
 FENICIO
                           Mitrane amico,
195Cleonice dov'è?
 MITRANE
                                Costretta alfine
 s'incammina alla scelta.
 FENICIO
                                              Ecco perdute
 tutte le cure mie.
 MITRANE
                                  Perché?
 FENICIO
                                                   Conviene
 ch'io sveli alla tua fede un grande arcano.
 Tacilo e mi consiglia.
 MITRANE
                                         A me ti fida,
200impegno l'onor mio.
 FENICIO
                                        Già ti sovviene
 che il barbaro Alessandro
 di Cleonice genitor dal trono
 scacciò Demetrio il nostro re.
 MITRANE
                                                       Saranno
 omai sei lustri e n'ho presente il caso.
 FENICIO
205Sai che Demetrio oppresso
 morì nel duro esiglio; e inteso avrai
 che pargoletto in fasce
 seco il figlio morì.
 MITRANE
                                    Rammento ancora
 che Demetrio ebbe nome.
 FENICIO
                                                  Or sappi, amico,
210che vive il real germe
 ed a te non ignoto.
 MITRANE
                                     Il ver mi narri
 o pur fole son queste?
 FENICIO
 Anche più ti dirò. Vive in Alceste.
 MITRANE
 Numi, che ascolto! Or la ragion comprendo
215del tuo zelo per lui. Ma per qual fine
 celarlo tanto?
 FENICIO
                            Avventurar non volli
 una vita sì cara. Io sparsi ad arte
 che Demetrio vivea.
 Tacqui che fosse Alceste. E questa voce
220contro Alessandro a sollevar di Creta
 sai che l'armi bastò; sai che il tiranno
 nella pugna morì. Ma vario effetto
 il nome di Demetrio
 produce in Siria. Ambiziosi i grandi
225niegan fede alla fama, onde bisogna
 soccorso esterno a stabilirlo in soglio.
 Dai Cretensi l'attendo
 ma invano giungerà. Lontano è Alceste;
 non so s'ei viva e Cleonice intanto
230elegge un re.
 MITRANE
                           Ma Cleonice elegga;
 sempre quando ritorni e che il soccorso
 abbia di Creta, Alceste
 vendicarsi potrà.
 FENICIO
                                  Questo non era,
 Mitrane, il mio pensier. Sperai che un giorno
235fatto consorte a Cleonice Alceste
 ricuperasse il regno
 senza toglierlo a lei. L'eccelsa donna
 degna è di possederlo. Andiam. Si cerchi
 d'interromper la scelta. Al caso estremo
240s'avventuri il segreto. In faccia al mondo
 tu mi seconda e se coll'armi è d'uopo,
 tu coll'armi m'assisti.
 MITRANE
                                          Ecco il mio braccio,
 ecco tutto il mio sangue. In miglior uso
 mai versar nol potrò.
 FENICIO
                                         Vieni al mio seno,
245generoso vassallo. Ai detti tuoi
 sento per tenerezza
 il ciglio inumidir; sento nel petto
 rinvigorir la speme e veggo un raggio
 del favor degli dei nel tuo coraggio.
 
250   Ogni procella infida
 varco sicuro e franco
 colla virtù per guida,
 colla ragione al fianco,
 colla mia gloria in sen.
 
255   Virtù fedel mi rende,
 ragion mi fa più forte;
 la gloria mi difende
 dalla seconda morte
 dopo il mio fato almen. (Parte)