Il Demetrio, Madrid, Mojados, 1751

 SCENA III
 
 CLEONICE ed ALCESTE
 
 CLEONICE
1055Alceste, assai diverso
 è il meditar dall'eseguir l'imprese.
 ALCESTE
 Che vuoi dirmi perciò?
 CLEONICE
                                             Che non poss'io
 viver senza di te. Se Alceste e il regno
 non vuol ch'io goda uniti
1060il rigor delle stelle a me funeste,
 si lasci il regno e non si perda Alceste.
 ALCESTE
 Come!
 CLEONICE
                Su queste arene
 rimaner non conviene. Aure più liete
 a respirar altrove
1065teco verrò.
 ALCESTE
                       Meco verrai! Ma dove?
 Cara, se avessi anch'io,
 sudor degli avi miei, sudditi e trono,
 sarei più che non sono
 facile a compiacere il tuo disegno.
1070Ma i sudditi ed il regno,
 che in retaggio mi diè sorte tiranna,
 son pochi armenti ed una vil capanna.
 CLEONICE
 Nel tuo povero albergo
 quella pace godrò che in regio tetto
1075lungi da te questo mio cor non gode.
 Là non avrò custode
 che vegliando assicuri i miei riposi;
 ma i sospetti gelosi
 alle placide notti
1080non verranno a recar sonni interrotti.
 Non fumeran le mense
 di rari cibi in lucid'oro accolti;
 ma i frutti ai rami tolti
 di propria man non porteran aspersi
1085d'incognito veleno
 sconosciuta la morte in questo seno.
 Andrò dal monte al prato
 ma con Alceste a lato.
 Scorrerò le foreste
1090ma sarà meco Alceste. E sempre il sole
 quando tramonta e l'Occidente adorna,
 con te mi lascerà,
 con te mi troverà quando ritorna.
 ALCESTE
 Cleonice adorata, in queste ancora
1095felicità sognate,
 amabili deliri
 d'alma gentil che nell'amore eccede,
 o come chiaro il tuo bel cor si vede.
 Ma son vane lusinghe
1100d'un acceso desio...
 CLEONICE
                                      Lusinghe vane!
 Di ricusare un regno
 capace non mi credi?
 ALCESTE
                                          E tu capace
 mi credi di soffrirlo? Ah bisognava
 celar, bella regina,
1105meglio la tua virtude e meno amante
 farmi della tua gloria. Io fra le selve
 la tua sorte avvilir? L'anime grandi
 non son prodotte a rimaner sepolte
 in languido riposo. Ed io sarei
1110all'Asia debitor di quella pace
 che fra tante vicende
 dalla tua man, dalla tua mente attende.
 CLEONICE
 Deh, perché qui raccolta
 tutta l'Asia non è? Che l'Asia tutta
1115di quell'amor che in Cleonice accusa
 nel tuo parlar ritroveria la scusa.
 Io vacillai. Ma tu mi rendi, o caro,
 la mia virtude e nella tua favella
 quella istessa virtù mi par più bella.
1120Parti. Ma prima ammira
 gli effetti in me di tua fortezza. Alceste,
 vedrai com'io t'imito.
 Sieguimi nella reggia. Il nuovo sposo
 da me saprai. Dell'imeneo reale
1125ti voglio spettator.
 ALCESTE
                                    Troppa costanza
 brami da me.
 CLEONICE
                            Ci sosterremo insieme
 emulandoci a gara.
 ALCESTE
                                      Oh dio! Non sai
 il barbaro martir d'un vero amante
 che di quel ben, che a lui sperar non lice,
1130invidia in altri il possessor felice.
 CLEONICE
 
    Io so qual pena sia
 quella d'un cor geloso;
 ma penso al tuo riposo,
 fidati pur di me.
 
1135   Allor che t'abbandono
 conoscerai chi sono.
 E l'esserti infedele
 prova sarà di fé. (Parte)