Il Demetrio, Madrid, Mojados, 1751

 SCENA X
 
 ALCESTE, poi BARSENE
 
 ALCESTE
 Io Demetrio! Io l'erede
1280del trono di Seleucia! E tanto ignoto
 a me stesso finor! Quante sembianze
 io vo cangiando! In questo giorno solo
 di mia sorte dubbioso
 son monarca e pastore, esule e sposo.
1285Chi t'assicura, Alceste,
 che la Fortuna stolta
 non ti faccia pastore un'altra volta.
 BARSENE
 Fenicio è dunque il re?
 ALCESTE
                                             Lo scelse al trono
 l'illustre Cleonice.
 BARSENE
                                    Io ti compiango
1290nelle perdite tue. Ma non potendo
 la regina ottener, più non dispero
 che tu volga a Barsene il tuo pensiero.
 ALCESTE
 A Barsene?
 BARSENE
                        Io nascosi
 rispettosa finor l'affetto mio.
1295Un trono, una regina eran rivali
 troppo grandi per me. Ma veggo alfine
 già sposa Cleonice,
 Fenicio re, le tue speranze estinte;
 onde a spiegar ch'io t'amo altri momenti
1300più opportuni di questi
 sceglier non posso.
 ALCESTE
                                     O quanto mal scegliesti!
 
    Se tutti i miei pensieri,
 se mi vedessi il core,
 forse così d'amore
1305non parleresti a me.
 
    Non ti sdegnar se poco
 il tuo pregar mi muove,
 ch'io sto con l'alma altrove
 nel ragionar con te. (Parte)