Il Demetrio, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA VI
 
 FENICIO e dette
 
 FENICIO
                                             Pietà regina.
 CLEONICE
 Ma per chi?
 FENICIO
                         Per Alceste. Io l'incontrai
855pallido, semivivo e per l'affanno
 quasi fuori di sé. La dura legge
 di più non rivederti
 è un colpo tal che gli trafigge il core,
 che la ragion gli toglie,
860che lo porta a morir. Freme, sospira,
 prega, minaccia e fra le smanie e il pianto
 sol di te si ricorda,
 il tuo nome ripete ad ogni passo.
 Farebbe il suo dolor pietade a un sasso.
 CLEONICE
865Ah Fenicio crudel. Da te sperava
 la vacillante mia
 mal sicura virtù qualche sostegno,
 non impulsi a cader. Perché ritorni
 barbaramente a ritentar la viva
870ferita del mio cor?
 FENICIO
                                     Perdona al zelo
 del mio paterno amor questo trasporto.
 Alceste è figlio mio,
 figlio della mia scelta,
 figlio del mio sudor. Pianta felice
875custodita finora
 dalle mie cure e dai consigli miei,
 cresciuta al fausto raggio
 del tuo regio favor, speme del regno,
 di mia cadente età speme e sostegno.
 BARSENE
880(Zelo importuno).
 FENICIO
                                    E inaridir vedrassi
 così bella speranza in un momento?
 Regina, in me non sento
 sì robusta vecchiezza e sì vivace
 che possa a questo colpo
885sopravvivere un dì.
 CLEONICE
                                      Che far poss'io?
 Che vuole Alceste? E qual da me richiede
 conforto al suo martire?
 FENICIO
 Rivederti una volta e poi morire.
 CLEONICE
 Oh dio!
 FENICIO
                  Bella regina
890ti veggo intenerir. Pietà di lui,
 pietà di me. Questo canuto crine,
 la lunga servitù, l'intatta fede
 merita pur ch'io qualche premio ottenga.
 CLEONICE
 Eh resista chi può. Digli che venga. (Lacera il foglio e s’alza da sedere)
 BARSENE
895(Ecco di nuovo il mio sperare estinto).
 FENICIO
 (Basta che vegga Alceste e Alceste ha vinto). (In atto di partire s’incontra in Olinto)