Didone abbandonata, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA VI
 
 IARBA solo
 
 IARBA
 Così strane venture io non intendo.
 Pietà nel mio nemico,
725infedeltà nel mio seguace io trovo.
 Ah forse a danno mio
 l'uno e l'altro congiura.
 Ma di lor non ho cura.
 Pietà finga il rivale,
730sia l'amico fallace,
 non sarà di timore Iarba capace.
 
    Fosca nube il sol ricopra
 o si scopra il ciel sereno,
 non si cangia il cor nel seno,
735non si turba il mio pensier.
 
    Le vicende della sorte
 imparai con alma forte
 dalle fasce a non temer. (Parte)