Il Demetrio, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA X
 
 ALCESTE, poi BARSENE
 
 ALCESTE
 Io Demetrio! Io l'erede
 del trono di Seleucia! E tanto ignoto
 a me stesso finor! Quante sembianze
 io vo cangiando! In questo giorno solo
1590di mia sorte dubbioso
 son monarca e pastore, esule e sposo.
 Chi t'assicura, Alceste,
 che la Fortuna stolta
 non ti faccia pastore un'altra volta?
 BARSENE
1595Fenicio è dunque il re.
 ALCESTE
                                            Lo scelse al trono
 l'illustre Cleonice.
 BARSENE
                                    Io ti compiango
 nelle perdite tue. Ma non potendo
 la regina ottener, più non dispero
 che tu volga a Barsene il tuo pensiero.
 ALCESTE
1600A Barsene?
 BARSENE
                        Io nascosi
 rispettosa finor l'affetto mio.
 Un trono, una regina eran rivali
 troppo grandi per me. Ma veggo alfine
 già sposa Cleonice,
1605Fenicio re, le tue speranze estinte;
 ond'a spiegar ch'io t'amo altri momenti
 più opportuni di questi
 sceglier non posso.
 ALCESTE
                                     O quanto mal scegliesti!
 
    Se tutti i miei pensieri,
1610se mi vedessi il core,
 forse così d'amore
 non parleresti a me.
 
    Non ti sdegnar se poco
 il tuo pregar mi muove,
1615ch'io sto con l'alma altrove
 nel ragionar con te. (Parte)