Demetrio, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IV
 
 ALCESTE e poi OLINTO
 
 ALCESTE
1425Di Cleonice i detti
 mi confondon la mente. Ella desia
 ch'io la rimiri in braccio ad altro sposo;
 e poi dice che pensa al mio riposo.
 Questo è un voler ch'io mora
1430pria di partir. Ma s'ubbidisca. Io sono
 per lei pronto a soffrire ogni cordoglio;
 e 'l suo comando esaminar non voglio.
 OLINTO
 Sei pur solo una volta. Or non avrai
 chi differisca il tuo partir. Permetti
1435che in pegno d'amistà l'ultimo amplesso
 ti porga Olinto.
 ALCESTE
                               Un generoso eccesso
 del tuo bel cor la mia partenza onora;
 ma la partenza mia non è per ora.
 OLINTO
 Come! Per qual ragione?
 ALCESTE
1440La regina l'impone.
 OLINTO
                                       Ogni momento
 vai cangiando desio.
 ALCESTE
 Il comando cangiò, mi cangio anch'io.
 OLINTO
 Ma che vuol Cleonice? È suo pensiero
 forse eleggerti re?
 ALCESTE
                                    Tanto non spero.
 OLINTO
1445Dunque ti vuol presente
 al novello imeneo. Barbaro cenno
 che non devi eseguir.
 ALCESTE
                                          T'inganni. Io voglio
 tutto soffrir. Sarà, qualunque sia,
 bella, se vien da lei, la sorte mia.
 
1450   Quel labbro adorato
 mi è grato, mi accende,
 se vita mi rende,
 se morte mi dà.
 
    Non ama da vero
1455quell'alma che ingrata
 non serve all'impero
 d'amata beltà. (Parte)