Demetrio, Torino, Reale, 1757

 SCENA IX
 
 FENICIO, OLINTO ed ALCESTE
 
 FENICIO
475Così de' tuoi trasporti
 sempre arrossir degg'io? Né mai de' saggi
 il commercio, l'esempio
 emendar ti farà?
 OLINTO
                                  Ma, padre, io soffro
 ingiustizia da te. Potresti al soglio
480innalzarmi e m'opprimi.
 FENICIO
                                                Avrebbe invero
 la Siria un degno re; torbido, audace,
 violento, inquieto...
 OLINTO
                                      Il caro Alceste
 saria placido, umile,
 generoso, prudente... Ah! Chi d'un padre
485gli affetti ad acquistar l'arte m'addita?
 FENICIO
 Vuoi gli affetti d'un padre? Alceste imita.
 
    Se fecondo e vigoroso
 crescer vede un arboscello,
 si affatica intorno a quello
490il geloso agricoltor.
 
    Ma da lui rivolge il piede,
 se lo vede in su le sponde
 tutto rami e tutto fronde,
 senza frutto e senza fior. (Parte)