Didone abbandonata, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA IV
 
 IARBA frettoloso con seguito e detto
 
 IARBA
 Seguitemi, o compagni;
 alla reggia, alla reggia. (Passa avanti Osmida senza vederlo)
 OSMIDA
                                            Odi, signore,
 le tue schiere son pronte; è tempo alfine
 che vendichi i tuoi torti.
 IARBA
                                               Amici andiamo, (Senza dar orecchio ad Osmida)
1065non soffre indugi il mio furor. (In atto di partire)
 OSMIDA
                                                          T'arresta.
 IARBA
 Che vuoi? (Con sdegno)
 OSMIDA
                       Deh non scordarti
 che deve alla mia fede
 l'amor tuo vendicato una mercede.
 IARBA
 È giusto; anzi preceda
1070la tua mercede alla vendetta mia.
 OSMIDA
 Generoso monarca...
 IARBA
                                        Olà, costui
 si disarmi, s'annodi e poi s'uccida. (In atto di partire)
 OSMIDA
 Come! Questo ad Osmida?
 Qual ingiusto furore...
 IARBA
1075Quest'è il premio dovuto a un traditore. (Parte seguito da’ suoi, a riserva di pochi che restano ad eseguire il comando)