Didone abbandonata, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA XV
 
 DIDONE, poi OSMIDA
 
 DIDONE
 I miei casi infelici
1245favolose memorie un dì saranno.
 E forse diverranno
 soggetti miserabili e dolenti
 alle tragiche scene i miei tormenti.
 OSMIDA
 È perduta ogni speme.
 DIDONE
1250Così presto ritorni?
 OSMIDA
                                       Invano, o dio!
 tentai passar dal tuo soggiorno al lido.
 Tutta del moro infido
 il minaccioso stuol Cartago inonda.
 Fra le strida e i tumulti
1255agli insulti degli empi
 son le vergini esposte, aperti i tempi;
 né più desta pietade
 o l'immatura o la cadente etade.
 DIDONE
 Dunque alla mia ruina
1260più riparo non v'è? (Si comincia a vedere il fuoco nella reggia)