L’Issipile, Vienna, van Ghelen, 1732

 SCENA VII
 
 RODOPE, LEARCO
 
 RODOPE
 Compagne in questo loco
 a Nemesi men grata
 la vittima sarà. Pubblico sia
565e sia solenne il sacrificio. Andate.
 In faccia al popol tutto
 l'ara s'innalzi; e se le aduni intorno
 la schiera vincitrice. Io resto intanto
 in custodia del reo. (Partono le amazzoni)
 LEARCO
                                       Così tiranna
570Rodope non credei.
 RODOPE
                                      Conosci ingrato
 meglio la mia pietà. Finsi rigore,
 per deluder l'insano
 feminile furor.
 LEARCO
                              Se dici il vero
 disponi del cor mio.
 RODOPE
                                       Da te non bramo
575un pattuito amor.
 LEARCO
                                   Forse non credi
 i miei detti veraci?
 Giuro agli dei...
 RODOPE
                                Taci, Learco, taci.
 Non voglio che il mio dono
 ti costi uno spergiuro. Ecco ti rendo
580e libertade e vita. (Lo scioglie)
 LEARCO
 Ma della tua pietà qual premio avrai?
 RODOPE
 Già premiata son io. Ma tu nol sai.
 
    Tu non sai che bel contento
 sia quel dire: «Offesa sono;
585lo rammento; ti perdono;
 e mi posso vendicar».
 
    E mirar frattanto afflitto
 l'offensor vermiglio in volto
 che pensando al suo delitto
590non ardisce favellar. (Parte)