Didone abbandonata, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA XIX
 
 DIDONE e OSMIDA
 
 OSMIDA
1340Crescon le fiamme e tu fuggir non curi?
 DIDONE
 Mancano più nemici? Enea mi lascia,
 trovo Selene infida,
 Iarba m'insulta e mi tradisce Osmida.
 Ma che feci empi numi! Io non macchiai
1345di vittime profane i vostri altari;
 né mai di fiamma impura
 feci l'are fumar per vostro scherno.
 Dunque perché congiura
 tutto il ciel contro me, tutto l'inferno?
 OSMIDA
1350Ah pensa a te, non irritar gli dei.
 DIDONE
 Che dei? Son nomi vani;
 son chimere sognate o ingiusti sono.
 OSMIDA
 (Gelo a tanta empietade e l'abbandono). (Parte. Cadono alcune fabbriche e si vedono crescer le fiamme nella reggia)