L’Issipile, Vienna, van Ghelen, 1732

 SCENA VIII
 
  Lido del mare con navi di Learco e ponte per cui si ascende ad una di esse. Da un lato rovine del tempio di Venere, dall’altro d’un antico porto di Lenno.
 
 GIASONE, ISSIPILE, RODOPE con seguito d’argonauti. E poi LEARCO e TOANTE su la nave
 
 GIASONE
1045Issipile respira;
 giungemmo il traditor. Compagni in quelli
 insidiosi legni
 secondate i miei passi. Io chiedo a voi
 furore e crudeltà. S'ardan le vele,
1050si sommergan le navi. Orrida sia
 a tal segno la strage
 che appaia a l'altrui ciglio
 di quel perfido sangue il mar vermiglio. (Learco comparisce sulla poppa della nave, tenendo con la sinistra per un braccio l’incatenato Toante, ed impugnando uno stile nella destra sollevata in atto di ferirlo)
 LEARCO
 Sì ma quel di Toante
1055si cominci a versar.
 ISSIPILE
                                      Fermati.
 RODOPE
                                                         Indegno.
 GIASONE
 Qual furor ti trasporta?
 ISSIPILE
 Padre... Sposo... Learco... Oh dei... Son morta.
 LEARCO
 Issipile che giova
 l'affliggersi così? Della sua vita
1060arbitra sei. Su questa nave ascendi
 sposa a Learco. Il mio costante amore
 premi la figlia; e il genitor non muore.
 ISSIPILE
 Che ascolto, o sposo!
 GIASONE
                                        E proferire ardisci
 il patto scelerato, anima rea?
1065Ah raffrenar non posso
 il mio giusto furor. (In atto di snudar la spada)
 ISSIPILE
                                      Pietà Giasone. (Trattenendolo)
 L'empio trafigge il padre,
 se tenti d'assalirlo.
 GIASONE
                                     Ah ch'io mi sento
 tutte le furie in sen.
 LEARCO
                                       Vedi o Toante
1070quella tenera figlia
 come corre a salvarti? I suoi disprezzi
 paghi il tuo sangue. Ho tolerato assai. (In atto di ferire)
 ISSIPILE
 Eccomi; non ferir. (S’affretta verso la nave)
 TOANTE
                                     Figlia che fai?
 Potesti a questo segno (Issipile si ferma)
1075scordarti di te stessa? Ah non credea
 che Issipile dovesse
 farmi arrossir. D'un talamo reale
 all'onor, non al letto
 d'un infame pirata io t'educai.
1080E divenir tu vuoi
 madre di scelerati e non d'eroi.
 ISSIPILE
 Dunque un'altra m'addita
 miglior via di salvarti.
 TOANTE
                                           Eccola. Intatto
 custodisci l'onor del sangue mio.
1085Non pensar che d'un padre
 già ti costi la vita. O te ne renda
 più gelosa custode un tal pensiero.
 Col tuo sposo fedele
 vivi e regna per me. Se a voi s'accresce
1090la vita che m'avvanza,
 abbastanza regnai, vissi abbastanza.
 RODOPE
 O forte!
 GIASONE
                  O generoso!
 ISSIPILE
                                          E non ti muove
 tanta virtù Learco?
 LEARCO
                                      Anzi m'irrita.
 ISSIPILE
 Dunque?
 LEARCO
                     Vieni o l'uccido.
 ISSIPILE
                                                    Ah questo pianto
1095ti faccia impietosir. Del mio rifiuto
 ti vendicasti assai. Basta Learco,
 basta così. Non sei contento ancora?
 Vuoi vedermi al tuo piede
 miserabile oggetto in questo lido?
1100Eccomi a' piedi tuoi. (S’inginocchia)
 LEARCO
                                          Vieni o l'uccido.
 ISSIPILE
 Sì. Verrò traditor. Verrò. Ma quanto
 d'orribile ha l'inferno (S’alza furiosa)
 meco verrà. Delle abborrite nozze
 fia pronuba Megera, auspice Aletto.
1105Io delle furie tutte,
 io sarò la peggior. Verrò, ma solo
 per strapparti dal seno,
 mostro di crudeltà, quel core infido.
 Scelerato verrò.
 LEARCO
                                Vieni; o l'uccido. (Con sdegno in atto di ferire)
 ISSIPILE
 
1110   Eccomi non ferir. (A Learco)
 Numi pietà non v'è?
 Ricordati di me. (A Giasone)
 Morir mi sento.
 
    Ha ben di sasso il cor
1115chi senza lagrimar
 ha forza di mirar
 questo tormento. (Issipile piangendo s’incamina lentamente alla nave e va rivolgendosi a riguardar con tenerezza Giasone)
 
 GIASONE
 Sposa. Così mi lasci? Empio. Vorrei...
 Fremo... Non ho consiglio...
1120Barbari dei... (Mentre Giasone va smaniando per la scena esce frettolosa Eurinome)