Issipile, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA II
 
 EURINOME con seguito di donne vestite a guisa di baccanti e dette
 
 EURINOME
 Rodope, principessa,
 valorose compagne, a queste arene
 dalle sponde di Tracia a noi ritorno
30fanno i Lenni infedeli; a noi s'aspetta
 del sesso vilipeso
 l'oltraggio vendicar. Tornan gl'ingrati,
 ma dopo aver tre volte
 viste da noi lontano
35le messi rinnovar. Tornano a noi;
 ma ci portan sugli occhi
 de' talami furtivi i frutti infami,
 e le barbare amiche
 dipinte il volto e di ferino latte
40avvezzate a nutrirsi, adesso altere
 della vostra beltà vinta e negletta.
 Ah vendetta, vendetta.
 La giurammo; s'adempia. Al gran disegno
 tutto cospira. L'opportuna notte,
45la stanchezza de' rei, del dio di Nasso
 il rito strepitoso, onde confuse
 fian le querule voci
 fra le grida festive. I padri, i figli,
 i germani, i consorti
50cadano estinti; e sia fra noi comune
 il merito o la colpa. Il grand'esempio
 de' feminili sdegni
 al sesso ingrato a serbar fede insegni.
 ISSIPILE
 Sì sì di morte è rea
55chi pietosa si mostra.
 RODOPE
 (Come finge furor!)
 ISSIPILE
                                       Rodope corri;
 già sai... Quando sul lido
 saran discesi, ad avvertir ritorna...
 EURINOME
 Inutil cura. Io stessa
60fuor de' legni balzar vidi le squadre.
 ISSIPILE
 Tu stessa?
 EURINOME
                      Io stessa.
 ISSIPILE
                                         (Ah si prevenga il padre). (Vuol partire)
 EURINOME
 Dove corri?
 ISSIPILE
                         Alle navi. Il re vogl'io
 rassicurar, celando
 lo sdegno mio con accoglienza accorta.
 RODOPE
65È tardi. Ecco Toante.
 ISSIPILE
                                         (Oh dei! Son morta).