Issipile, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IV
 
 EURINOME, e seco baccanti ed amazzoni con faci accese ed armi, e detti
 
 EURINOME
                                         Olà cingete,
 compagne, il bosco intorno ed ogni uscita
 del giardino reale.
 ISSIPILE
                                    (Ah fu presago
 di Toante il timor!)
 EURINOME
                                      Scoperta sei.
 Palesa il padre.
 ISSIPILE
                               (Ah m'assistete, o dei!)
470Mi si chiede un estinto?
 EURINOME
                                               Eh di menzogne
 or più tempo non è. V'è chi t'intese
 chiamarlo a nome e ragionar con lui.
 ISSIPILE
 Purtroppo è ver. L'immagine funesta
 sempre mi sta sugli occhi. In ogni loco
475siegue la fuga mia. Mi chiama ingrata,
 mi sgrida, mi rinfaccia
 che vide per mia colpa il giorno estremo.
 EURINOME
 (Io gelo e so che finge).
 ISSIPILE
                                             (Io fingo e tremo).
 EURINOME
 Eh gl'inganni son vani.
 ISSIPILE
                                             Oh dio! Nol vedi,
480Eurinome, tu stessa? Osserva il ciglio
 tumido di furor, molle del pianto
 che s'esprime dal cor, quando s'adira.
 Il bianco crin rimira
 che di tiepido sangue ancor stillante
485gli ricade sul volto. Odi gli accenti;
 vedi gli atti sdegnosi. Ombra infelice,
 son punita abbastanza. Ascondi, ascondi
 la face, oh dio, caliginosa e nera,
 e i flagelli d'Aletto e di Megera.
 EURINOME
490Misera principessa! Io sento in seno
 pietà per te.
 ISSIPILE
                          (Si commovesse almeno).
 EURINOME
 L'orror di queste piante
 è di larve importune infausto nido.
 Ardetele, o compagne. In un istante
495vada in cenere il bosco.
 ISSIPILE
                                             Ah no; fermate.
 Alla dea delle selve
 sacre son quelle piante.
 EURINOME
                                             Eh non si ascolti.
 ISSIPILE
 Dunque neppur gli dei dal tuo furore,
 empia, saran sicuri? Il reo comando
500vi sarà chi eseguisca?
 EURINOME
                                          Incauta. Oh come
 tradisci il tuo segreto. Ecco la selva
 dove ascoso è Toante. Andate, amiche,
 traetelo al supplicio. (Entrano le amazzoni nel bosco di Diana)
 ISSIPILE
                                         Aimè sentite.
 Misera! Che farò? Numi del cielo,
505Eurinome, pietà.
 EURINOME
                                  Del figlio mio
 non l'ebbe il padre tuo.
 ISSIPILE
                                             Se tanto sei
 avida di vendetta, aprimi il seno;
 feriscimi per lui. Supplice, umile
 eccomi a' piedi tuoi. (S’inginocchia)
 EURINOME
                                         (Sento a quel pianto
510lo sdegno intiepidir).
 ISSIPILE
                                          Placati o cambia
 oggetto al tuo furor. Per quanto accoglie
 di più sacro per noi la terra e 'l cielo,
 per le ceneri istesse
 del tuo caro Learco...
 EURINOME
                                        Ah questo nome
515rinuova il mio furor. Mora il tiranno (Snuda la spada)
 e mora di mia man. Non son contenta,
 finché del sangue suo fatto vermiglio
 quest'acciaro non veggo. (Crede incontrar Toante; ma nell’atto di rivoltarsi incontrandosi in Learco, che vien condotto dalle amazzoni fuori del bosco, resta immobile e le cade la spada di mano)
 LEARCO
                                                Ah madre!
 EURINOME
                                                                      Ah figlio!
 ISSIPILE
 Che avvenne! Io son di sasso. (S’alza)