Issipile, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA II
 
 LEARCO e poi RODOPE
 
 LEARCO
 E pur quel regio aspetto,
 quel parlar generoso... Eh non si pensi
 che al piacer d'un acquisto
 che può farmi felice.
 RODOPE
                                        Oh dio, Learco. (Spaventata)
 LEARCO
910Qual è del tuo spavento,
 Rodope, la cagion?
 RODOPE
                                     Quindi non lunge
 stuol di gente straniera al mar conduce
 Toante prigioniero. Ah se ti resta
 qualche scintilla in seno
915di virtù, di valore, ecco il momento
 di farne prova. Ogni delitto antico
 puoi cancellar, se vuoi. Puoi del tuo nome
 la memoria eternar.
 LEARCO
                                        Gran sorte! E come?
 RODOPE
 Va', combatti, procura
920di liberar Toante. Offri la vita
 a pro del tuo monarca. O vinci o mori.
 Emendi un atto grande
 ogni fallo passato;
 e mi tolga il rossor d'averti amato.
 LEARCO
925Generoso è il consiglio e per mercede
 merita un disinganno. È mio comando
 di Toante l'arresto. Alla superba
 Issipile ne reca
 la novella, se vuoi. Dille che meno
930i deboli nemici
 s'avvezzi a disprezzar. Basta sì poco
 per nuocere ad altrui che in umil sorte,
 che oppresso ancora ogni nemico è forte.
 
    Dille che in me paventi
935un disperato amor;
 dille che si rammenti
 quanto mi disprezzò.
 
    E se per queste offese
 mi chiama traditor,
940dille che tal mi rese,
 quando m'innamorò. (Parte)