Issipile, Torino, Reale, 1757

 SCENA IX
 
  Campagna a vista del mare sparsa di tende militari. Sole che spunta.
 
 GIASONE solo
 
 GIASONE
 
605   Fra dubbi penosi
 confuso, ravvolto
 risolver non osi,
 mio povero cor.
 
    Adori quel volto,
610detesti quell'alma;
 e perdi la calma
 fra l'odio e l'amor.
 
 E sarà ver che tanto
 inganni un volto? Oh delle fiere istesse
615Issipile più fiera! Ai boschi ircani
 accresceresti un nuovo
 pregio di crudeltà. Là non s'annida
 tigre sì rea che 'l genitore uccida.
 E fra me la difendo! E invento ancora
620scuse alla mia dimora! Il proprio inganno
 confessar non vorresti,
 orgoglioso mio cor. Degna d'amore
 giudicasti costei
 e ancor difendi il tuo giudicio in lei.
625Ma nasce il giorno; e voi (Siede sopra un sasso)
 stanchi di vaneggiar vegliate ancora,
 languidi spirti miei. Però vi sento
 con tumulto più lento
 confondervi nel sen. S'aggrava il ciglio;
630e le fiere vicende
 de' molesti pensier l'alma sospende. (S’addormenta)