Issipile, Torino, Reale, 1757

 SCENA VII
 
 EURINOME sola
 
 EURINOME
1030Ah! Che cercando il figlio,
 me stessa perderò. Ma che mi giova
 senza lui questa vita? È reo Learco,
 lo so, ma l'amo. Ed i delitti suoi
 m'involano il riposo
1035ma non l'amor. Più cresce l'odio altrui,
 più mi sento per lui
 tutto il sangue gelar di vena in vena.
 Giusti dei, l'esser madre è premio o pena?
 
    È maggiore d'ogni altro dolore
1040quell'affetto che insana mi rende;
 né l'intende chi madre non è.
 
    Il periglio d'un misero figlio
 ho sì vivo nell'anima impresso
 che per esso mi scordo di me. (Parte)