Adriano in Siria, Vienna, van Ghelen, 1732

 SCENA PRIMA
 
  Gran piazza d’Antiochia magnificamente adorna di trofei militari, composti d’insegne, armi ed altre spoglie di barbari superati. Trono imperiale da un lato. Ponte sul fiume Oronte che divide la città suddetta.
 
 Di qua dal fiume ADRIANO, sollevato sopra gli scudi da’ soldati romani, AQUILIO, guardie e popolo. Di là dal fiume FARNASPE ed OSROA con seguito di parti che conducono varie fiere ed altri doni da presentare ad Adriano
 
 CORO DI SOLDATI ROMANI
 
    Vivi a noi, vivi all'impero
 grande Augusto e la tua fronte
 su l'Oronte prigioniero
 s'accostumi al sacro allor.
 
5   Della patria e delle squadre
 ecco il duce ed ecco il padre
 in cui fida il mondo intero,
 in cui spera il nostro amor.
 
    Palme il Gange a lui prepari
10e d'Augusto il nome impari
 dell'incognito emisfero
 il remoto abitator. (Nel tempo del coro scende Adriano e sciogliendosi quella connessione d’armi che serviva a sostenerlo, quei soldati che la componevano prendono ordinatamente sito fra gli altri)
 
 AQUILIO
 Chiede il parto Farnaspe
 di presentarsi a te. (Ad Adriano)
 ADRIANO
                                      Venga e s'ascolti. (Aquilio parte. Adriano sale sul trono e parla in piedi)
15Valorosi compagni
 voi m'offrite un impero
 non men col vostro sangue
 che col mio sostenuto e non so come
 abbia a raccoglier tutto
20de' comuni sudori io solo il frutto.
 Ma se al vostro desio
 contrastar non poss'io, farò che almeno
 nel grado a me commesso
 mi trovi ognun di voi sempre l'istesso.
25A me non servirete.
 Alla gloria di Roma, al vostro onore,
 alla pubblica speme,
 come finor, noi serviremo insieme. (Siede)
 CORO
 
    Vivi a noi, vivi all'impero
30grande Augusto e la tua fronte
 su l'Oronte prigioniero
 s'accostumi al sacro allor. (Nel tempo che si ripete il coro, passano il ponte Farnaspe, Osroa e tutto il seguito de’ parti. Tutti preceduti da Aquilio che li conduce)
 
 FARNASPE
 Nel dì che Roma adora
 il suo cesare in te, dal ciglio augusto
35da cui di tanti regni
 il destino dipende, un guardo volgi
 al principe Farnaspe. Ei fu nemico;
 ora al cesareo piede
 l'ire depone e giura ossequio e fede.
 OSROA
40(Tanta viltà Farnaspe
 necessaria non è...) (Piano a Farnaspe)
 ADRIANO
                                       Madre comune
 d'ogni popolo è Roma. E nel suo grembo
 accoglie ognun che brama
 farsi parte di lei. Gli amici onora;
45perdona a' vinti; e con virtù sublime
 gli oppressi esalta ed i superbi opprime.
 OSROA
 (Che insoffribile orgoglio!)
 FARNASPE
                                                    Un atto usato
 della virtù romana
 vengo a chiederti anch'io. Del re de' Parti
50geme fra' vostri lacci
 prigioniera la figlia.
 ADRIANO
                                       E ben?
 FARNASPE
                                                       Disciogli
 signor le sue catene.
 ADRIANO
                                        (Oh dei!)
 FARNASPE
                                                            Rasciuga
 della sua patria il pianto; a me la rendi
 e quanto io reco in guiderdon ti prendi.
 ADRIANO
55Prence in Asia io guerreggio,
 non cambio o merco. Ed Adrian non vende
 su lo stil delle barbare nazioni
 la libertade altrui.
 FARNASPE
                                    Dunque la doni.
 OSROA
 (Che dirà?)
 ADRIANO
                         Venga il padre.
60La serbo a lui.
 FARNASPE
                             Dopo il fatal conflitto
 in cui tutti per Roma
 combatterono i numi, è ignota a noi
 del nostro re la sorte. O in altre rive
 va sconosciuto errando o più non vive.
 ADRIANO
65Finché d'Osroa palese
 il destino non sia, cura di lei
 noi prenderem.
 FARNASPE
                                Già che a tal segno è Augusto
 dell'onor suo geloso,
 questa cura di lei lasci al suo sposo.
 ADRIANO
70Come! È sposa Emirena?
 FARNASPE
                                                 Altro non manca
 che il sacro rito.
 ADRIANO
                                (Oh dio!)
 Ma lo sposo dov'è?
 FARNASPE
                                     Signor, son io.
 ADRIANO
 Tu stesso! Ed ella t'ama?
 FARNASPE
                                                Ah fummo amanti
 pria di saperlo ed apprendemmo insieme
75quasi nel tempo istesso
 a vivere e ad amar. Crebbe la fiamma
 col senno e con l'età. Dell'alme nostre
 si fece un'alma sola
 in due spoglie divisa. Io non bramai
80che la bella Emirena. Ella non brama
 che il suo prence fedel. Ma quando meco
 esser doveva in dolce nodo unita
 signor, che crudeltà! mi fu rapita.
 ADRIANO
 (Che barbaro tormento!)
 FARNASPE
                                                Ah tu nel volto
85signor turbato sei. Forse t'offende
 la debolezza mia. Di Roma i figli
 so che nascono eroi.
 So che colpa è fra voi qualunque affetto
 che di gloria non sia. Tanta virtude
90da me pretendi invano.
 Cesare io nacqui parto e non romano.
 ADRIANO
 (Oh rimprovero acerbo! Ah si cominci
 su' propri affetti a esercitar l'impero).
 Prence della sua sorte
95la bella prigioniera arbitra sia.
 Vieni a lei. S'ella siegue
 come credi ad amarti,
 allor... (dicasi alfin) prendila e parti. (Scende)
 
    Dal labro che t'accende
100di così dolce ardor
 la sorte tua dipende.
 (E la mia sorte ancor).
 
    Mi spiace il tuo tormento,
 ne sono a parte e sento
105che del tuo cor la pena
 è pena del mio cor. (Parte Adriano seguito da tutte le guardie e soldati romani)