Adriano in Siria, Vienna, van Ghelen, 1732

 SCENA VIII
 
 SABINA con seguito di matrone e cavalieri romani e detti
 
 SABINA
330Sposo, Augusto, signor. Questo è il momento
 che tanto sospirai. Giunse una volta;
 son pur vicina a te. Che vita amara
 trassi da te divisa! Il tuo coraggio
 quanto tremar mi fece! In ogni impresa
335ti seguitai coll'alma
 fra le barbare schiere e le latine.
 Soffri che adorno alfine
 di quel lauro io ti miri
 che costa all'amor mio tanti sospiri.
 ADRIANO
340(Che dirò?)
 SABINA
                         Non rispondi?
 ADRIANO
                                                      Io non sperai...
 Potevi pure... (Oh dio!) Chiede ristoro
 la tua stanchezza. Olà. Di questo albergo
 a' soggiorni migliori
 passi Sabina; e al par di noi s'onori.
 SABINA
345E tu mi lasci? Il mio riposo io venni
 a ricercare in te.
 ADRIANO
                                 Perdona. Altrove
 grave cura mi chiama.
 SABINA
                                            Io non ritrovo
 in Cesare Adriano. Ah se l'impero
 la pace t'involò, si lasci o sposo.
350Non vaglion mille imperi il tuo riposo.
 ADRIANO
 
    È vero che oppresso
 la sorte mi tiene;
 ma reo di mie pene
 l'impero non è.
 
355   Io formo a me stesso
 l'affanno che provo.
 Sul soglio nol trovo,
 lo porto con me. (Parte)