Adriano in Siria, Vienna, van Ghelen, 1732

 SCENA XII
 
  Cortili del palazzo imperiale con veduta interrotta d’una parte del medesimo che soggiace ad incendio ed è poi diroccata da guastatori. Notte.
 
 OSROA dalla reggia con face nella destra e spada nuda nella sinistra. Seguito d’incendiari parti. E poi FARNASPE
 
 OSROA
 Feroci parti, al nostro ardir felice
 arrise il ciel. Della nemica reggia
420volgetevi un momento
 le ruine a mirar. Pure è sollievo
 nelle perdite nostre
 quest'ombra di vendetta. Oh come scorre
 l'appreso incendio! E quanti al cielo inalza
425globi di fumo e di faville! Ah fosse
 raccolto in quelle mura
 ch'or la partica fiamma abbatte e doma
 tutto il Senato, il Campidoglio e Roma.
 FARNASPE
 Osroa, mio re.
 OSROA
                             Guarda Farnaspe. È quella
430opera di mia man. (Accennando l’incendio)
 FARNASPE
                                      Numi! E la figlia?
 OSROA
 Chi sa. Fra quelle fiamme
 col suo Cesare avvolta
 forse de' torti tuoi paga le pene.
 FARNASPE
 Ah Emirena. Ah mio bene. (Vuol partire)
 OSROA
                                                     Ascolta. E dove?
 FARNASPE
435A salvarla e morir. (Come sopra)
 OSROA
                                      Come! Un'ingrata
 che ci manca di fé, pone in obblio...
 FARNASPE
 È spergiura, lo so, ma è l'idol mio. (Getta il manto ed entra tra le fiamme e le ruine della reggia)
 OSROA
 Se quel folle si perde
 noi serbiamoci, amici, ad altre imprese.
440Vadan le faci a terra. Al noto loco
 ritornate a celarvi. E pure ad onta (Parte il seguito)
 del mio furor, sento che padre io sono.
 Non so quindi partir. Sempre mi volgo
 di nuovo a quelle mura; eh non s'ascolti
445una vil tenerezza. Ah forse adesso
 però spira la figlia. E forse a nome
 moribonda mi chiama. A tempo almeno
 fosse giunto Farnaspe. Il lor destino
 voglio saper. Dove m'inoltro? Oh dei
450di qua gente s'appressa;
 di là cresce il tumulto; e tutto in moto
 è il cesareo soggiorno. Oh amico! Oh figlia!
 Parto? Resto? Che fo? Senza salvarli
 mi perderei. Ma già che tutto o numi
455volevate involarmi,
 questi deboli affetti a che lasciarmi? (Fugge)