Adriano in Siria, Madrid, Scrivano, 1757

 SCENA XII
 
  Cortili del palazzo imperiale con veduta interrotta d’una parte del medesimo che soggiace ad incendio ed è poi diroccata da guastatori. Notte.
 
 OSROA dalla reggia con face nella sinistra e spada nuda nella destra. Seguito d’incendiarii parti e poi FARNASPE
 
 OSROA
 Feroci parti, al nostro ardir felice
 arrise il ciel. Della nemica reggia
345volgetevi un momento
 le ruine a mirar. Pure è sollievo
 nelle perdite nostre
 quest'ombra di vendetta. Oh come scorre
 l'appreso incendio! E quanti al cielo inalza
350globi di fumo e di faville! Ah fosse
 raccolto in quelle mura
 ch'or la partica fiamma abbatte e doma
 tutto il Senato, il Campidoglio e Roma.
 FARNASPE
 Osroa mio re.
 OSROA
                            Guarda Farnaspe. È quella (Accennando l’incendio)
355opera di mia man.
 FARNASPE
                                     Numi! E la figlia?
 OSROA
 Chi sa? Fra quelle fiamme
 col suo Cesare avvolta
 forse de' torti tuoi paga la pena.
 FARNASPE
 Ah Emirena! Ah mio bene! (Vuol partire)
 OSROA
                                                     Ascolta. E dove?
 FARNASPE
360A salvarla e morir. (Come sopra)
 OSROA
                                      Come! Una ingrata
 che ci manca di fé, pone in oblio...
 FARNASPE
 È spergiura, lo so, ma è l'idol mio. (Getta il manto ed entra tra le fiamme e le ruine della reggia)