Adriano in Siria, Madrid, Scrivano, 1757

 SCENA VI
 
 Deliziosa per cui si passa a’ serragli delle fiere.
 
 EMIRENA, poi SABINA e FARNASPE
 
 EMIRENA
 
    Che fa il mio bene?
 Perché non viene?
 Ogni momento
 mi sembra un dì.
 
 SABINA
655Ecco la sposa tua. (A Farnaspe)
 FARNASPE
                                    Bella Emirena.
 EMIRENA
 Sei pur tu caro prence? Il credo appena.
 FARNASPE
 Alfin ben mio...
 SABINA
                                Di tenerezze adesso
 tempo non è. Convien salvarsi. È quella
 l'opportuna alla fuga
660non frequentata, oscura via. L'amico
 Lentulo a me la palesò. Non molto
 lunge dal primo ingresso
 si parte in due. Guida la destra al fiume,
 la sinistra alla reggia. A voi conviene
665evitar la seconda. Andate, amici,
 sicuri a' vostri lidi,
 la fortuna vi scorga, amor vi guidi.
 EMIRENA
 Pietosa Augusta...
 FARNASPE
                                   Eccelsa donna, e come
 render mercé...
 SABINA
                               Poco desio. Pensate
670qualche volta a Sabina e fra le vostre
 felicità, se pur vi torno in mente,
 esiga il mio martiro
 dalla vostra pietà qualche sospiro.
 
    Volga il ciel, felici amanti,
675sempre a voi benigni rai;
 né provar vi facci mai
 il destin della mia fé.
 
    Non invidio il vostro affetto
 ma vorrei che in qualche petto
680la pietà, ch'io mostro a voi,
 si trovasse ancor per me. (Parte)