Adriano in Siria, Madrid, Scrivano, 1757

 SCENA ULTIMA
 
 EMIRENA, FARNASPE e detti
 
 EMIRENA
 Ah Cesare pietà.
 FARNASPE
                                 Pietà signore.
 EMIRENA
 Rendimi il padre mio.
 FARNASPE
1185Conservami il mio re.
 EMIRENA
                                           Rendilo e poi
 eccomi tua se vuoi.
 ADRIANO
                                      Che!
 FARNASPE
                                                  Sì. Ti cedo
 l'impero di quel cor.
 ADRIANO
                                        Tu!
 EMIRENA
                                                 Sì. Sarai
 tu il nume mio. Per quel sereno il giuro
 raggio del ciel che nel tuo volto adoro,
1190per quel sudato alloro
 che porti al crin, per questa invitta mano
 ch'è sostegno del mondo,
 ch'io bacio... (S’inginocchia)
 ADRIANO
                           Ah sorgi; ah taci. (È donna o dea?
 Quando m'innamorò così piangea).
 SABINA
1195(Qual contrasto in quel petto
 fan l'onore e l'affetto!)
 ADRIANO
 (Se alla ragione io cedo,
 perdo Emirena; e se all'amor mi fido
 la mia Sabina uccido. Ah qual cimento!
1200Quale angustia crudele!)
 SABINA
 (E pur mi fa pietà, benché infedele).
 EMIRENA
 Cesare, e non risolvi?
 SABINA
                                          Augusto alfine...
 ADRIANO
 Ah per pietà non tormentarmi. Io tutto
 quanto dir mi potrai,
1205tutto, Sabina, io so.
 SABINA
                                      No; non lo sai.
 Odi. Troppo fatali
 son le nostre ferite. Uno di noi
 dee morirne d'affanno. Io se ti perdo,
 tu se perdi Emirena. Ah non sia vero
1210che per salvar d'inutil donna i giorni
 perisca un tale eroe. Serbati, o caro,
 alla tua gloria, alla tua patria, al mondo,
 se non a me. D'ogni dover ti sciolgo;
 ti perdono ogni offesa;
1215ed io stessa sarò la tua difesa.
 ADRIANO
 Come!
 SABINA
                Cesare addio. (In atto di partire)
 ADRIANO
                                           Fermati. Oh grande! (Arrestandola)
 Oh generosa! Oh degna
 di mille imperi! Ah qual eccesso è questo
 d'inaudita virtù! Tutti volete
1220dunque farmi arrossir? Fedel vassallo, (A Farnaspe)
 tu la sposa mi cedi
 a favor del tuo re. Figlia pietosa, (Ad Emirena)
 sacrifichi te stessa
 tu per il padre tuo. Tradita amante, (A Sabina)
1225non pensi tu che al mio riposo. Ed io,
 io sol fra tanti forti
 il debole sarò? Né mi nascondo
 per vergogna a' viventi? E siedo in trono?
 E do leggi alla terra? Ah no. Facciamo
1230tutti felici. Al re de' Parti io dono
 e regno e libertà; rendo a Farnaspe
 la sua bella Emirena; Aquilio assolvo
 d'ogni fallo commesso;
 e a te, degno di te, rendo me stesso. (A Sabina)
 FARNASPE
1235Oh contento improvviso.
 SABINA
 Ecco il vero Adriano; or lo ravviso.
 EMIRENA
 Finch'io respiro, Augusto,
 grata quest'alma a' benefici tuoi...
 ADRIANO
 Se grata esser mi vuoi, lasciami ormai
1240la pace del mio cor. Poco è sicura
 finché appresso mi sei. Subito parti;
 io te ne priego. Ecco il tuo sposo; il padre
 colà ritroverai. Lieti vivete;
 e tutti tre spargete
1245questi deliri miei d'eterno oblio.
 EMIRENA
 Almen signor... (Volendogli baciar la mano)
 ADRIANO
                                Basta Emirena. Addio. (Non soffrendolo)
 CORO
 
    S'oda, Augusto, infin sull'etra
 il tuo nome ognor così.
 
    E da noi con bianca pietra
1250sia segnato il fausto dì.
 
 FINE DEL DRAMMA