L’Adriano in Siria, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA V
 
 ADRIANO, FARNASPE ed EMIRENA
 
 ADRIANO
210Principe, quelle sono
 le sembianze che adori? (A Farnaspe)
 FARNASPE
                                                Oh dio! Son quelle
 che sempre agli occhi miei sembran più belle.
 ADRIANO
 (Costanza o cor). Vaga Emirena osserva
 con chi ritorno a te. Più dell'usato
215so che grato ti giungo. Afferma il vero.
 EMIRENA
 Chi è signor questo stranier?
 FARNASPE
                                                       Straniero!
 ADRIANO
 E nol conosci?
 EMIRENA
                             Affatto
 non m'è ignoto quel volto. Il vidi altrove...
 N'ho ancor l'idea presente...
220Ma... dove fu... non mi ritorna in mente.
 (Che pena è il simular!)
 ADRIANO
                                               Principe, è questa
 colei che teco apprese
 a vivere e ad amar?
 FARNASPE
                                       Vedi che meco
 gode scherzar.
 EMIRENA
                             Non ha sì lieto il core
225chi si trova in catene.
 FARNASPE
 Né sai qual io mi sia?
 EMIRENA
                                          Non mi sovviene.
 (Che affanno!)
 ADRIANO
                              (Che piacer!)
 FARNASPE
                                                         Bella Emirena,
 mi tormentasti assai.
 Basta così. Che nuovo stile è questo
230d'accoglier chi t'adora? Il tuo Farnaspe...
 EMIRENA
 Tu sei Farnaspe! Al nome
 ti riconosco adesso.
 FARNASPE
                                      Oh dei!
 EMIRENA
                                                       Perdona
 l'involontario oltraggio. Al tuo valore
 so quanto debba il padre mio. Rammento
235più d'una tua vittoria
 e de' meriti tuoi serbo memoria.
 FARNASPE
 Ah ritorna più tosto
 a scordarti di me. M'offende meno
 la tua dimenticanza.
 EMIRENA
                                        In che t'offendo
240se i merti tuoi, se i miei doveri accenno?
 FARNASPE
 Giusti dei, qual freddezza! Io perdo il senno.
 ADRIANO
 Chi m'inganna di voi? Finge Emirena?
 O simula Farnaspe? Esser mentito
 dee l'amore o l'obblio.
 EMIRENA
245Chi t'inganna io non son.
 FARNASPE
                                                Dunque son io. (Ad Adriano)
 EMIRENA
 (Oh tormento!)
 ADRIANO
                                Se fosse
 rispetto, o principessa, il tuo ritegno,
 abbandonalo pur. Del core altrui
 non son tiranno. Ecco il tuo ben. Tel rendo,
250se verace è l'affetto.
 EMIRENA
 (Non ti credo).
 FARNASPE
                              Rispondi.
 EMIRENA
                                                  Io non l'accetto.
 ADRIANO
 Udisti? (A Farnaspe)
 FARNASPE
                  Ove son mai! Sogno? Deliro?
 Io mi sento morir.
 EMIRENA
                                     (Questo è martiro).
 FARNASPE
 Principessa, idol mio, che mai ti feci?
255Son reo di qualche fallo?
 Sei sdegnata con me? Dubiti forse
 dell'amor mio verace?
 Parla.
 EMIRENA
              (Che posso dir?) Lasciami in pace.
 ADRIANO
 Disingannati alfin. (A Farnaspe)
 FARNASPE
                                      Dunque son queste
260la tenere accoglienze?
 I trasporti d'amor? Poveri affetti!
 Sventurato Farnaspe!
 Emirena infedel! Spiegami almeno
 l'arte con cui di così lungo amore
265imparasti a scordarti.
 EMIRENA
 Deh per pietà, taci Farnaspe e parti.
 FARNASPE
 Che tirannia! T'ubbidirò crudele
 ma guardami una volta. In questa fronte
 leggi dell'alma mia... No, non mirarmi
270barbara, giacché vuoi
 che ubbidisca Farnaspe i cenni tuoi.
 
    Dopo un tuo sguardo ingrata
 forse non partirei,
 forse mi scorderei
275tutta l'infedeltà.
 
    Tu arrossiresti in volto,
 io sentirei nel core,
 più che del mio dolore,
 del tuo rossor pietà. (Parte)